L'Inter campione d'Italia viaggia su dei binari: quello tecnico, chiaro, evidente, confortato dal primato in classifica e dalla qualificazione agli ottavi di finale della champions league, traguardo mai raggiunto negli ultimi anni; quello finanziario, più nebuloso, oggetto di illazioni, insinuazioni, speculazioni. Dopo l'era Moratti, un punto di riferimento certo nella figura del presidente proprietario, si è passati a gestioni non tutte coerenti e trasparenti, indonesiani e cinesi hanno utilizzato il nome storico e il brand Inter per portare avanti affari bancari al punto che l'indebitamento del club è arrivato a trecento milioni senza incorporare i prestiti effettuati dal cosiddetto azionista di controllo, cioé Suning. I quali proprietari stanno cercando acquirenti, pur negando qualunque trattativa. Le voci riguardano un gruppo americano che si riferisce a Daniel E. Straus, imprenditore nel settore della sanità e, in parallelo, si registrano rumors del fondo Pif, acronimo di Saudi Arabia Public Investment Fund che ha capitali per oltre 500 miliardi di dollari ed è presieduto da Mohammad bin Salman, già proprietario del Newcastle United dopo una serie di polemiche per le oscure vicende politiche e criminali nelle quali sarebbe coinvolto.
Secondo Suning, l'Inter avrebbe una valutazione di un miliardo di euro, comprensiva di debiti e prestiti che porterebbero la cifra ad oscillare tra i 700 e gli 800 milioni di rosso. È la didascalia di un fenomeno anomalo, perché la squadra campione d'Italia, il club che ha una storia solida attraverso la famiglia Moratti e che potrebbe raggiungere i venti scudetti, le due stelle da ricamare sulla maglia, questa realtà del nostro calcio si ritrova costretta a un nuovo cambio di proprietà, il terzo in questo decennio, segnale di fatica contabile, di errori gestionali, di speculazioni mercantili e di una sfida ormai non più sostenibile con la concorrenza internazionale. L'Inter in vendita è una notizia fastidiosa ma reale, i Suning hanno usato il marchio ma la loro distanza dalla squadra e dalla vita del club è un elemento non favorevole, al di là della passione del giovane presidente. Le due squadre milanesi, punti chiari della bussola calcistica italiana, non hanno retto la crisi, la stessa Juventus, terza attrice della nostra storia calcistica, è in gravissima crisi ma ha il privilegio di avere alle spalle l'azionista solido e vicino alla tradizione del club.
Il Milan americano è, per ora, più tranquillo, l'Inter dei tifosi vive di sogni e nostalgia, l'Inter dei cinesi si muove silenziosa, pericolosa e ambigua, come la Tigre, nel loro calendario segno dell'anno che sta per incominciare.
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