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Inter e Roma. Il triangolo no, non l'avevano considerato...

È bastato un weekend di calcio vero e non virtuale per scacciare le preoccupazioni di un agosto vissuto in balìa delle sirene del mercato

Inter e Roma. Il triangolo no, non l'avevano considerato...

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È bastato un weekend di calcio vero e non virtuale per scacciare le preoccupazioni di un agosto vissuto in balìa delle sirene del mercato. Avviso ai naviganti sulla rotta tra Roma, Milano e Londra: le boe dell'attacco restano un punto di riferimento indipendentemente dalla loro collocazione geografica. Edin Dzeko, Romelu Lukaku e Tammy Abraham brillano di luce propria anche con i nuovi colori indosso. Siamo solo alla prima regata, i conti del giro dei tre cartellini si faranno alla fine. Eppure il triangolo delle recriminazioni in bermuda tra Inter, Roma e Chelsea sembra già una leggenda da marinai. E vissero felici e contenti, stai a vedere che dalla giostra dei centravanti scorrevoli ci hanno guadagnato tutti. Il campo intanto ha parlato. La saetta Abraham al servizio delle ambizioni di Mourinho si è presentata con due rifornimenti al bacio e un'espulsione procurata; per Dzeko un gol, un assist e tanta qualità al servizio della niente affatto ridimensionata Inter di Simone Inzaghi. Se i nerazzurri hanno impiegato un quarto d'ora per liquidare la pratica Genoa, ancora meno, 14, sono i minuti serviti al solito Big Rom per trovare nel derby contro l'Arsenal la prima rete dopo il travagliato - e strapagato - ritorno in Premier. Tre debutti da sogno, tre prove di forza a dispetto di qualsiasi scetticismo della vigilia. Guardando in casa nostra, tifoserie tradizionalmente volubili e viscerali come quelle di Inter e Roma si stropicciano gli occhi e realizzano che forse forse non è andata così male. I fan del Biscione scoprono di aver trovato in Dzeko un'alternativa credibile, e a bassissimo costo, dopo l'addio del colosso belga. I romanisti non hanno fatto in tempo a rimpiangere il «Cigno di Sarajevo» che già sono innamorati di «Super Tammy». Tutto cambi perché nulla cambi, se lo augurano sugli spalti di San Siro e dell'Olimpico, in fondo il 9 sulle maglie è sempre quello. Venduto un totem se ne fa un altro. E persino quei pessimisti che il «triangolo» a lieto fine non l'avevano considerato adesso sperano che tutto il campionato segua lo stesso spartito.

Incastro di portafogli e scambio alla pari di idoli: questo sì che sarebbe l'affare del secolo.

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