Domenico Latagliata
Stasera i campioni d'Italia andranno dal dentista. Tradotto: Juventus-Atalanta, prima contro terza, nove punti di differenza e la certezza che, se i bergamaschi centreranno l'impresa, il campionato si accenderebbe come mai accaduto negli ultimi anni. «La più bella definizione data ai nerazzurri è quella di Guardiola - ha detto ieri Sarri -. Affrontarli equivale ad andare dal dentista: ne puoi uscire anche bene, ma il dolore lo senti».
Via, allora. Verso un match diventato (più o meno) incredibilmente da scudetto. Se poi sarà confermata la tradizione (ultima vittoria nerazzurra a Torino datata 1989: da allora, 18 successi bianconeri e 4 pareggi), brava la Signora e quasi certamente tricolore assegnato in anticipo. Ci si aspettano fuochi d'artificio e magari così andrà: la squadra di Gasperini ha finora segnato 85 reti in 31 partite di campionato, addirittura venti più della Juve. La quale, pur avendo preso più gol rispetto alle stagioni passate, vanta la miglior retroguardia del campionato (30). Ecco, le difese potrebbero a sorpresa diventare protagoniste: la porta lombarda è imbattuta da tre turni (contro Napoli, Cagliari e Samp), quella bianconera era stata impeccabile fino al poker subìto al Meazza dal Milan. Stasera, chissà: dietro la Juve recupera De Ligt e, visto il Rugani di San Siro, non è elemento da trascurare. Se poi Alex Sandro smetterà gli sciagurati panni indossati pochi giorni fa, Szczesny riavrà davanti a sé i compagni abituali e si sentirà magari un po' più tranquillo. Detto questo, il post lockdown ha portato con sé una messe di gol non indifferente: prima della sosta la media reti per ogni gara era di 2,91, adesso ci si è spinti a 3,41. Mezza rete in più a partita: pare poco, ma non lo è.
«L'Atalanta è una squadra molto aggressiva - ancora Sarri -. Viene a prenderti in costruzione e ha grandissime ripartenze. Dal punto di vista fisico ha accelerazioni importanti, quindi ci aspetta un match complicato sotto tutti i punti di vista: dovremo tenere conto della loro capacità di creare strappi». Juve avvisata e mezza salvata, insomma. Reduce dal ko contro il Diavolo («ma avremmo perso anche con Dybala in campo») e opposta a una squadra che pare irrefrenabile: Gasperini insegue il suo primo successo contro la Juve a Torino (undici ko e un pareggio, nel maggio 2019) e, dovesse centrarlo, guiderebbe i suoi al decimo sorriso di fila, addirittura il dodicesimo tenendo conto delle vittorie in Champions contro il Valencia. Per quel che vale, all'andata si imposero 3-1 i bianconeri, sotto però 1-0 fino al 74' (con un rigore sbagliato da Barrow, per di più) e infine vittoriosi grazie alla doppietta di Higuain e al gol di Dybala. «In questa fase quasi tutte le squadre peccano di continuità - l'analisi di Sarri -.
Nei momenti in cui rischi di perdere di mano la partita, mi piacerebbe vedere ordine in campo». «Lo scudetto è comunque nelle mani della Juve - il parere di Gasperini -. Per noi, sarà un test in vista della Champions». Dovesse essere superato a pieni voti, però, chissà mai.
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