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L'"effetto millepiedi" in testa alla classifica

L'ultimo sabato prima della sosta azzurra è stato strano, noioso e infine imprevedibile

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Strano, noioso, infine imprevedibile il sabato ultimo prima della sosta azzurra. Continua l'effetto millepiedi della classifica in testa, il Milan va in fuga nel giro di Lombardia, staccando l'Inter che butta via il doppio vantaggio per presunzione e distrazione. Divertente e spavalda prima, confusa e nervosa dopo, troppe isterie e svenimenti teatrali, con la sensazione che Lautaro sia la carta di credito platinum però invalidata dall'eccessiva fretta e dall'affanno di ritrovare il vantaggio smarrito.

Però il Bologna ha giocato come sa, con il fosforo trasmesso da Thiago Motta ad un gruppo acerbo. La stranezza di San Siro si è trasformata in noia a Torino in un derby da stipsi, Allegri ha vinto sbagliando le scelte iniziali, l'idea di Miretti a ridosso dell'unica punta Kean è stata senza logica, figlia del football parsimonioso del livornese. Inutili gli aumenti di capitale se poi il capitale umano viene utilizzato in modo così sciocco. L'innesto di Milik, subito nella ripresa, al posto del ventenne piemontese, è stata l'ammissione dell'errore.

Allegri, alla vigilia, aveva invitato i giornalisti a ritornare a scuola per capire meglio il suo italiano, ritengo che, se la si giocasse sulla sintassi e la consecutio, Allegri e i suoi sodali non troverebbero un banco nemmeno nelle scuole serali. La noia, scossa dai due gol della solida Juventus, è stata favorita dalla povertà assoluta del Toro incatenato, la mollezza granata si riassume nel solo ammonito, Bellanova, c'era una volta il derby. Più seria e tonica la partita di Marassi, là dove il Genoa ha tenuto alta la tensione e il Milan ha saputo leggere senza farsi asfissiare per poi colpire con Var annesso, finale da belle époque, Maignan e Martinez out, Giroud eroico portiere, 104 minuti di partita.

Scrivono che oggi in Sardegna, in caso di sconfitta, José Mourinho potrebbe chiudere le sue vacanze romaniste. Radio giallorossa mormora il nome e il cognome di Antonio Conte, altri parlano di Flick che ha vinto tutto e di più con il Bayern di Monaco ma perso altrettanto con la nazionale tedesca.

Ranieri che licenzia Mourinho, la classica ottobrata romana.

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