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L'Inter in linea scudetto all'attacco della testa. Inzaghi fotocopia Conte

Solo due punti in meno e stesso numero di gol fatti rispetto alla passata stagione

L'Inter in linea scudetto all'attacco della testa. Inzaghi fotocopia Conte

Ci sono voluti 4 gol della Fiorentina per fermare il Milan, all'Inter ne sono bastati tre per mettere al silenzio il Napoli ma soprattutto per umiliare il suo score difensivo: 4 reti subite in 13 giornate, 3 in novanta minuti. Spalletti avrà un po' di mal di stomaco. Campionato dove volano gol come se piovesse e l'Inter si è già messa in testa alla fila: una marea di statistiche dice che la squadra è fatta per il gol. Alla faccia delle inconsolabili vedove Lukaku. E magari diamo merito a Inzaghi (alla faccia delle presunzioni di Conte): la squadra gioca buon calcio, redditizio, anche se nei finali si assenta troppo e rischia di più. Se questa fosse una Sei giorni dei pistard meravigliosi acrobati della volata, diremmo che l'Inter è partita in caccia. C'era da aspettarselo, non aveva più tempo: domani ci sarà da risolvere il problema Champions, serve un successo contro lo Shaktar. Domenica nel fresco umido di San Siro non si è fatta bagnare le polveri dell'attacco. Piuttosto qualche dubbio vien dalla difesa e dalle mani non sempre solide di Handanovic. Che poi Marotta abbia già provveduto a chiudere con Andrè Onana (3 milioni a stagione), il portiere camerunense dell'Ajax, è altra storia. Se la sbrigheranno il prossimo anno.

Intanto l'Inter segna, ma non cambia il risultato: solo la faccia di chi segna. La coppia Dzeko-Lautaro è leggermente più indietro rispetto alla Lu-La (13 reti contro 16), ma surrogata dalle 4 firme di Correa, che non mette mezze misure: o segna doppiette o si assenta. Conta molto, invece, che sia aumentato il contributo dei centrocampisti (5 gol) e di chi subentra (6 reti). Il calcio insegna che una squadra da scudetto ha necessità vitale dei gol dal centrocampo: i campionati si vincono con centrocampisti dal tiro che fa male. E l'Inter è ben fornita: Calhanoglu (3 gol, 2 rigori segnati) e Perisic davanti a tutti, insieme ad un paio di difensori. Barella è fermo ad una rete, ma ci sa fare con gli assist.

L'anno passato la squadra di Conte, dopo 13 turni, era seconda in classifica con un paio di punti in più rispetto ad oggi, ma i gol segnati erano esattamente gli stessi: 32. Nell'Europa dei top solo Bayern e Liverpool realizzano di più. Semmai quest'anno l'Inter ha incassato un gol in meno, alla faccia delle considerazioni sulla difesa. Certamente va pesato il valore degli avversari e un campionato che si annuncia più agguerrito, nelle rivali, rispetto all'anno passato. Anche allora la Juve stava facendosi da parte, pur essendo a tre punti dai nerazzurri e a 4 dal Milan, che era ancora davanti, e solo, con un punto in meno rispetto a quest'anno, praticamente identico nello score gol fatti-gol subiti: oggi sono 29 e 15, allora erano 29 e 14. Cosa significa? Che l'Inter è in perfetta linea scudetto e che la bontà offensiva è fors'anche migliorata, non peggiorata: le statistiche la vedono in testa a diverse classifiche, non ultima quella dei gol fatti di testa (9).

E, come si sa, un colpo di testa tira l'altro.

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