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L'Inter sceglie il tango contro i vecchi amici per tornare a ballare

Correa con Lautaro in attacco per sfidare il Bologna di Miha e del "tripletista" Arnautovic

L'Inter sceglie il tango contro i vecchi amici per tornare a ballare

Il pareggio da rimontati a Genova e poi la sconfitta all'ultimo istante col Real Madrid. Tanto è bastato ai nostalgici del vecchio corso nerazzurro per suonare le campane a lutto, prefigurando chissà quali scenari. Ecco perché l'Inter oggi (ore 18) non può che battere il Bologna, altrimenti più che dell'eventuale distacco di chi fugge, Inzaghi jr dovrebbe preoccuparsi di chi segue le sue gesta e non aspetta altro che di evocare il passato. E la grinta di Conte e le sostituzioni di Conte e l'esperienza di Conte, infiniti ritornelli nostalgia, nemmeno quelle di Conte fossero due state due stagioni senza inciampi. Col Bologna, per dirne uno, Conte il primo anno ha addirittura perso in casa. Ma oggi fa più comodo ricordarne solo la cavalcata scudetto e dimenticarsi delle due eliminazioni Champions (la seconda da ultimo).

Stavolta Inzaghi cambia l'Inter: dà una boccata d'ossigeno a Dzeko, che non è Lukaku e si sapeva fin dal giorno che Marotta l'ha preso per rimediare a una cessione voluta dalla società, e lancia dal primo minuto Correa, che ai due gol del debutto d'oro non ha finora associato granché. Intoccabile Martinez, che mai ha segnato al Bologna (5 partite), del quale si aspetta con ansia il rinnovo contrattuale, nemmeno equivalesse alla certezza che diventerà bandiera, quando in realtà, è solo garanzia nel caso di cessione di farselo pagare di più.

A San Siro torna guascone il carismatico Mihajlovic («sì, sarà dura: ma per chi?»), compagno di Simone alla Lazio prima, nonché giocatore e vice Mancini all'Inter poi. Insomma, un vecchio amico, di cui però è giusto diffidare e non solo per i 7 punti che in classifica lo appaiano ai nerazzurri, ma perché sembra avere le idee molto chiare: «Loro sono forti, ma negli anni passati abbiamo dimostrato che possiamo vincere anche a San Siro. La concentrazione viene da sola, sennò stai a casa e fai il ragioniere». Dovrebbero esserci sia Barrow (con Juwara, il castiga-Conte nel 2020) sia soprattutto Marko Arnautovic, già in gol alla prima giornata, ma soprattutto - a 21 anni - 3 scampoli di presenza nell'Inter del Triplete, prima di un lungo girovagare per il mondo, con tappa attuale proprio a Bologna. «Certo che può giocare 3 partite di seguito: se lo fa con la Nazionale, perché non con noi? Mica è venuto qui per riposare», chiosa ironico Mihajlovic.

Stasera ci sarà poco da ridere. La lunga corsa è cominciata a guai a chi si ferma. Dovrebbe essere la prima volta dall'inizio per Dumfries, ricordando che non è Hakimi (il PSG mica è andato a cercare l'olandese), forse anche per Vidal, anche qui tenendo bene a mente che quanto di buono fatto da subentrante in campionato (col Genoa, soprattutto) appena l'asticella s'è alzata (Real Madrid) è sparito nella cenere dei ricordi.

Chiusura statistica: in campionato l'Inter vince a San Siro da 17 partite consecutive (16 di Conte e nessuno gliele toglie) ma delle ultime 9 sfide casalinghe col Bologna ne ha vinte solo 3 (e perse 4).

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