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L'Inter senza Conte va. Bastano le due torri per ribaltare il Parma

Il tecnico in tribuna soffre con Gervinho-gol. Ma nel finale le reti di De Vrij e Bastoni in 3'

L'Inter senza Conte va. Bastano le due torri per ribaltare il Parma

L'Inter più brutta dopo la ripartenza, vince la partita più incredibile possibile, più pazza ancora della già folle sfida pareggiata col Sassuolo. Prima un giìuizzo di De Vrij, poi il colpo vincente di Bastoni: 1-2 e Parma battuto. La banda D'Aversa finisce in ginocchio, piegata nel fisico e schiacciata nel gioco. Dai e ridai, la sterile pressione nerazzurra diventa all'improvviso letale e cancella in due giocate la fin lì netta supremazia della squadra di casa.

Decidono i cambi di Conte (squalifica ed esiliato in tribuna)-Stellini: tre insieme a metà tempo. Fuori il disastroso Eriksen per Sanchez, un'altra volta bravo entrando dalla panchina, e dentro due nuovi pistoni per le fasce. Se il sogno rincorsa era bruscamente svanito contro il Sassuolo, qui l'Inter evita l'incubo e tiene l'Atalanta a distanza.

Difesa un'altra volta stravolta rispetto alla partita precedente (D'Ambrosio-De Vrij-Godin al posto di Skriniar-Ranocchia-Bastoni visti contro il Sassuolo), ma la sostanza non cambia. L'Inter post pandemia è squadra distratta davanti ad Handanovic: rischia troppo e solo per l'imprecisione altrui riesce a restare in partita fino all'uno-due finale. Subisce gol da Gervinho (15' giocata regale su traversone di Kucka: Candreva seduto, D'Ambrosio aggirato, Handanovic impallinato) e prima e dopo si salva per gli errori dello stesso Gervinho e almeno 2 volte di Cornelius. Per i nerazzurri, nel primo tempo solo l'emozione di un quasi-rigore al Var, ma il fuorigioco di Godin cancella il tocco col braccio di Kucka, per l'incredulità di Conte.

Difesa distratta, ma in verità è tutta l'Inter che per 80 minuti abbondanti fa un altro passo indietro rispetto al già non brillante pareggio col Sassuolo. Il centrocampo è lento, poco ispirato. L'assenza di Brozovic è pesante, non sufficientemente compensata dall'inserimento di Eriksen. Per quanto in campo alle spalle degli attaccanti, il danese zoppica calcio anziché ricamarlo: poco incisivo in appoggio, quasi nullo quando ripiega. Senza Brozovic e col modesto Gagliardini accanto, anche Barella pare meno frizzante, per quanto reduce dal turno infrasettimanale di riposo. Corre Candreva, a tratti vola, ma le accelerazioni d Gervinho fanno male anche a lui.

Dall'altra parte, Biraghi (in partenza preferito a Young) è schiacciato da un calciatore in potenza eccezionale: rispetto alla sfida di andata, dove già aveva messo in difficoltà mezza Inter, Dejan Kulusevski è ulteriormente cresciuto. Corre come nessun altro, con un controllo di palla raffinato: appoggia il centravanti Cornelius e nell'azione successiva difende accanto a Dermaku. È la classe, sommata alla forza dei vent'anni appena compiuti. In potenza, la Juventus ha acquistato un fenomeno.

La mossa della disperazione di Stellini-Conte è quella che regala 3 punti quanto mai importanti, perché tengono lontana non solo l'Atalanta, ma soprattutto un'altra valanga di polemiche.

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