La musica non è cambiata. Si perdeva con Parisse e si perde senza il capitano più longevo della storia del rugby azzurro. Quindi poche scuse. A Cardiff finisce 42 a 0 (quarta volta nel Sei Nazioni senza punti segnati dagli azzurri). Cinque mete per i gallesi e una sfida a senso unico con i padroni di casa che non hanno mai smesso di premere sull'acceleratore. Gli azzurri da parte loro non escono dal guscio e lasciano fare ai padroni di casa. Concedono troppo sul piano della disciplina e subiscono l'iniziativa gallese: tre piazzati di Biggar per far prendere il largo ai Dragoni, poi la meta di Josh Adams che di fatto mette l'ipoteca al match dopo appena 20 minuti.
Ci mette l'Italia a carburare, il possesso c'è ma non è efficace con il Galles che costruisce il suo dominio sui fondamentali. Partita virtualmente chiusa alla mezzora con il bis che l'ala gallese concede dopo una mezza magia di Dan Biggar che, sul filo della pressione azzurra, apre la strada al compagno con un passaggio ben assestato tra le gambe. Sull'erba del Principality va in scena l'accademia. L'Italia è confusa, resta alla finestra di un match che vede i Dragoni accampati davanti alla linea di meta azzurra. Ci affacciamo a ridosso della zona difensiva gallese solo nel finale del primo tempo ma senza la dovuta efficacia. Possesso e territorio sono a favore dei gallesi.
I miracoli non hanno spazio e nella ripresa la musica cambia e vive solo di buone intenzioni. L'Italia ci prova, va meglio in mischia ma non riesce ad essere efficace come dovrebbe. Ci vuole poco per restituire il pallone ai reds e vanificare ogni iniziativa. Smith prova a cambiare la prima linea puntellando capitan Bigi con Fischetti e Riccioni. Ma non basta perché alla prima occasione il Galles colpisce ancora sugli sviluppi di un monumentale recupero di Tipuric che crea i presupposti per la corsa a perdifiato di Nick Tompkins che taglia in due una non perfetta chiusura azzurra. In meta ci va anche George North e per fortuna che un passaggio in avanti annulla il bonus dei Dragoni. Questione di tempo, perché il centro degli Ospreys la sua zampata la regala in finale di partita come sigillo di una sfida a senso unico.
Come la terza meta di Adams in pieno recupero che ha l'effetto di un montante sferrato a un pugile già suonato. Per gli azzurri ancora tanta strda da fare soprattutto per ritrovare quella consapevolezza che cinque anni di digiuno hanno inevitabilmente lasciato. Prossima fermata, la Francia a Saint Denis.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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