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Macché reazione, solo un finale paesano

Che cosa è diventata la Juventus? Il risultato dice che ha pareggiato e credeva di avere vinto con un gol in off side di Bonucci, in un finale pazzo, con tre espulsi, 9 contro 10

Macché reazione, solo un finale paesano

Che cosa è diventata la Juventus? Il risultato dice che ha pareggiato e credeva di avere vinto con un gol in off side di Bonucci, in un finale pazzo, con tre espulsi, 9 contro 10. Si dirà che ha reagito con carattere, con orgoglio, con rabbia, tutte balle colossali. Il pari maschera limiti evidenti, macroscopici di una squadra che non ha anima, non ha gioco, non ha soldi e nemmeno una maglia decente. Un pareggio acciuffato su rigore all'ultimo minuto, prima di quel finale paesano, dopo una prestazione ridicola contro la Salernitana, ribadendo opinioni già espresse dall'anno scorso fino alle ultime esibizioni. Allegri ha scherzato e riso con Nicola, nello spogliatoio prima della partita, non si sa che cosa lo ecciti a tal punto, poi a bordo campo ha finto di agitarsi per mostrare al pubblico e ai suoi datori di lavoro di giustificare il compenso multimilionario, ci sono alcuni calciatori già imbastarditi dall'arrivo a Torino, Paredes sembra un parente di Arthur, Kostic fa una cosa sola e pure male, Vlahovic è un uomo solo e nemmeno al comando, Bremer ha segnato un gol ma ha preso una sbornia su ogni pallone anche perché gli sta di fianco un ex, di cognome Bonucci, eccellente nelle proteste o sui social, senza contare il pupillo di Allegri, il prode De Sciglio. La Salernitana ha fatto un figurone, sciolta nel gioco a palla bassa, con tutti i suoi uomini reattivi, merito di Nicola che percepisce un decimo del salario del suo sodale di Torino. Non va trascurato che l'arbitro mediocre, in avvio, ha negato, senza nemmeno consultare il var, un rigore colossale per fallo di Bremer su Piatek. Non posso trascurare l'assenza per infortunio, uno dei mille, di Rabiot, dopo Locatelli, dopo scegliete voi. Lo stadio ha fischiato giustamente i fantasmi vestiti di lampone, secondo i creativi che nulla sanno della storia e secondo il club che della storia se ne fotte a parte le frasi di repertorio stampate sui muri della palestra e la solita propaganda del minculpop bianconero. Aveva ragione il livornese, la partita decisiva sarà quella con il Benfica. Per non parlare della trasferta di Monza. Uno spasso.

Per gli altri.

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