Una vittoria arrivata all'ultimo secondo e in maniera fortunosa all'andata, grazie a una sciagurata autorete di Koulibaly. Un ko inequivocabile al ritorno. In mezzo, il Napoli ha cambiato pelle e allenatore: resta però il fatto che quest'anno, contro la Juve, ha sempre fatto un figurone. Domani sera, in occasione della finale di Coppa Italia, chissà. Pronostico aperto, per mille motivi. Perché la Signora vista contro il Milan è stata sì più che discreta nei primi venti minuti, ma si è poi spenta strada facendo e il Milan non avrebbe nemmeno demeritato il pareggio pur avendo giocato quasi tutto il match in inferiorità numerica. Ma anche perché il Napoli ha dimostrato grande compattezza quando si è trovato di fronte l'Inter: è andato sotto al pronti via, ha rischiato di subire il raddoppio ma non ha mai mollato, acchiappando poi il pareggio qualificazione e soffrendo il giusto fino al raggiungimento dell'obiettivo.
Domani sera, altra partita a scacchi. Con Insigne e compagni che potrebbero ripresentare il 4-1-4-1 già visto proprio a gennaio contro i bianconeri e poi riproposto con successo. Con Demme nel ruolo di guastafeste e motorino inesauribile, giocatore del quale Gattuso è innamorato da tempo al punto che già lo avrebbe voluto al Milan. E con la capacità di chiudersi e di ripartire ai mille all'ora: non il catenaccio e contropiede di antica memoria, ma un'organizzazione difensiva curata nei minimi dettagli per poi sfruttare l'agilità e la velocità dei piccoletti Insigne e Mertens, oltre al moto perpetuo dei centrocampisti. Il che, contro l'andamento a volte lento di Pjanic, Khedira (se ci sarà) e Matuidi, potrebbe rivelarsi arma importante. Dall'altro lato, per mettere in difficoltà due centrali come Maksimovic e Koulibaly (Manolas, dopo l'infortunio, non è ancora pronto), Sarri chiederà ai suoi attaccanti di non dare troppi punti di riferimento: in assenza di Higuain (che al massimo andrà in panchina, essendo reduce da un problema muscolare alla coscia destra), dovrebbe toccare ancora a Douglas Costa completare il reparto insieme a Dybala e Ronaldo. E, tenuto conto della struttura fisica dei due centrali partenopei, si potrebbe rivedere la Joya utilizzato come falso nove proprio per sfruttarne l'agilità e la bravura nello stretto. Altra possibilità, l'impiego in quel ruolo di Bernardeschi: alla difesa azzurra mancherebbero i consueti punti di riferimento, Ronaldo tornerebbe nella sua posizione preferita (largo a sinistra, pronto ad accentrarsi) e lo stesso Dybala, partendo da destra, potrebbe andare a giocare un po' dove gli pare.
Si vedrà.
Per una finale che, nella storia della Coppa Italia, si è disputata soltanto in un'alta circostanza: 20 maggio 2012, ultimo match di Del Piero in bianconero (705 presenze e 289 gol), ma vittoria della squadra all'epoca allenata da Mazzarri. Rigore di Cavani e gol di Hamsik (2-0), quasi a sorpresa: perché quella Juve di Conte era stata capace di trionfare in campionato senza subire una sconfitta che fosse una.
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