Ci voleva la serata perfetta per sognare in grande. Il Napoli regala invece solo una grande serata di calcio, fatta di sacrificio, cuore e coraggio. Ci voleva qualcosa di più per sperare di giocarsi al meglio il match ball qualificazione - meritatosi sul campo in un girone durissimo - di fronte ai vicecampioni d'Europa del Borussia Dortmund tornati degni di questo nome dopo tre battute a vuoto. Serviva almeno un punto al Napoli, ma non c'è il lieto fine per gli azzurri al Westfalenstadion dove il «muro giallo» dei tifosi tedeschi copre la presenza pure rumorosa dei 5000 supporter napoletani. Implacabile la squadra di Klopp nelle azioni di rimessa anche se favorita dall'episodio iniziale (un rigore che definire generoso è un eufemismo), coraggiosa quella di Benitez che forse concede troppi spazi al gioco da cento all'ora del tecnico ci Stoccarda ma che ha il merito di non arrendersi nemmeno sul doppio svantaggio. Il 3-1 finale complica maledettamente il cammino azzurro verso gli ottavi di Champions: l'Arsenal piega agevolmente il Marsiglia (2-0 con la doppietta di Wilshere, primo gol record dopo soli 33 secondi) e si porta da solo in testa alla classifica del girone, il Napoli è raggiunto in seconda posizione dal Borussia ma con lo svantaggio degli scontri diretti (all'andata solo 2-1 per i partenopei). Dunque un successo con gli inglesi nell'ultima partita al San Paolo l'11 dicembre e 12 punti in cascina potrebbero non bastare - se il Marsiglia non fermerà il Borussia - per proseguire il prestigioso sogno europeo.
Il Napoli si era già fatto un'idea chiara della situazione e ha provato a uscire indenne dalla trappola dell'Iduna Park, tenendo testa ai tedeschi solo nella prima frazione e provando a riaprire il match sul 1-0 con Higuain (bravo Weidenfeller) e sul 2-0 con il guizzo vincente di Insigne prima di capitolare ancora e di arrendersi ai titolati avversari. «Queste sono le sfide che mi piacciono», così Benitez alla vigilia. E nella scelta dell'undici di partenza Don Rafè sorprende ancora. C'è l'annunciato inserimento di Dzemaili, ma manca Inler e quindi il credo tattico dello spagnolo non cambia. Primo tempo di grande intensità che ruota intorno all'episodio chiave che rompe l'equilibrio, ovvero il rigore molto dubbio concesso alla squadra di Klopp sul contrasto in area tra Fernandez e Lewandowski e trasformato alla perfezione - nonostante la propensione di Reina a sventare i tiri dal dischetto (vedi l'ultima prodezza in Italia su Balotelli) - dal trottolino Reus, una spina nel fianco della difesa azzurra negli 81 minuti in cui rimane in campo. Il Napoli accusa il colpo, ma dà prova di non arrendersi e coglie il palo con Callejon, sfortunato dopo una splendida azione personale, rimanendo costantemente in proiezione offensiva. Di contro il Borussia rischia di raddoppiare in più di un occasione con Mkhitaryan e Lewandowski, mentre Armero testa i riflessi di Weidenfeller sui titoli di coda del primo tempo. Sembra un buon viatico per la ripresa ma si esaurisce la verve del Napoli sotto i colpi di un Borussia che in velocità fa male. Reina deve fare gli straordinari per difendere la propria porta, ma Reus da implacabile rigorista diventa prezioso uomo assist per Blaszczykowski, che blinda il match.
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