Europei 2020

"Porca puttena". Ciro alla Pablito e si prende l'Italia a "casa" sua

Per Immobile è la svolta a 30 anni: "Dedicato a chi lotta contro il covid"

"Porca puttena". Ciro alla Pablito e si prende l'Italia a "casa" sua

Un uomo solo al centro dell'attacco. Un uomo solo nel suo stadio, tra la sua gente, nella notte che potrebbe finalmente consacrarlo, che nelle attese della vigilia doveva essere il premio alla carriera.

Un uomo solo come Ciro Immobile, quasi dimenticato per un'ora da una squadra che ha palleggiato in quantità, coinvolgendo tutti i suoi uomini, di movimento e no, ma non è arrivata a mettere una palla decente sui piedi o sulla testa del suo centravanti. Finchè la Scarpa d'oro, il tre volte capocannoniere della serie A, ci ha pensato da solo, con un gol d'istinto, di fiuto, di rapina se vogliamo, su una respinta corta del portiere, perché questo torneo deve essere per lui quello della svolta. Un gol pesante, perché mette al sicuro il debutto dell'Italia in questo Europeo, e perché potrebbe evitargli di essere, soprattutto in azzurro, un grande incompiuto. «La dedichiamo a tutti coloro che stanno ancora lottando contro questo virus», ha detto serio. Per poi scherzare: «L'esultanza? Ci era arrivato un messaggio di Lino Banfi per dire Porca puttena, anche Insigne lo ha fatto».

Se questa Italia cercava un centravanti di peso, adesso spera di averlo trovato nel Ciro laziale, perché se per battere la Lituania o la Bulgaria e piegare l'Irlanda del Nord vanno bene quasi tutti i bomber, o presunti tali, che di solito ha a disposizione Mancini, non appena si alza l'asticella, al confronto con una delle migliori difese d'Europa, come è stata quella turca nelle qualificazioni, ecco che serve avere là davanti un bomber che possa farsi carico da solo, se necessario, di risolvere la situazione.

Eravamo abituati ai Boninsegna e ai Paolo Rossi, ai Graziani e agli Altobelli, agli Schillaci e ai Vieri, agli Inzaghi e ai Toni, in qualche rara occasione persino ai Balotelli, adesso speriamo di aver trovato il loro erede in questo ragazzo di Torre Annunziata che a trent'anni può finalmente dire di aver raggiunto anche la maturità azzurra.

Anche se va detto che fino al gol liberatorio la partita di Immobile aveva avuto più ombre che luci: venti minuti senza toccare palla, finché decide di andarsene a prendere una da solo a centrocampo e scaricarla contro il muro dei difensori turchi. Impacchettato da Demiral e Soyuncu, Ciro riesce solo a girare di testa in modo sbilenco un cross di Berardi al 31' e quando si libera finalmente al tiro dal limite, dieci minuti più tardi, colpisce molle e centrale. Per fortuna, al suo posto, ci pensa l'incauto Demiral a buttare in porta all'inizio della ripresa un traversone del solito Berardi, a vestirsi generosamente da centravanti azzurro e a sbloccare la partita. Poi arriva il gioiello di Immobile e, a giochi fatti, il cerchio si chiude con la zampata di Insigne, l'antico gemello di Immobile, dai tempi del Pescara a quelli della Under per finire all'Italia di Mancini.

Se saranno anche i nuovi gemelli del gol ce lo dirà il resto dell'Europeo.

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