Re Sole Agnelli ed un Conte troppo ingombrante Replay del caso del Piero?

Le strade di Antonio Conte e della Juventus si sono separate. Separazione consensuale come farebbe intendere il video di Conte e la lettera di Andrea Agnelli o divorzio motivato da valide ragioni, come si fa strada nelle idee di tanti tifosi bianconeri. Molti temono che tra Conte e la società si sia ripetuto lo stesso scenario che portò alla cessazione del rapporto con Del Piero

Conte e Andrea Agnelli un rapporto andatosi logorando

Subito dopo l'arrivo della notizia della cessazione del rapporto tra la Juventus ed il suo tecnico Antonio Conte, si sono scatenate molteplici le voci di commentatori sportivi e tifosi riguardanti le motivazioni per questa scelta da parte dell'allenatore, comprese le più fantasiose.

Quelle più riconducibili alla realtà guardano alle diverse strategie di mercato con Conte che voleva un deciso rinforzo della rosa a sua disposizione, stanco delle figure di questi anni in campo europeo e deciso a sfidare i suoi colleghi sulle panchine più prestigiose, partendo ad armi pari e non costretto sempre a rincorrere. Ma anche l'ipotesi di un "regolamento di conti" tra la Proprietà, in questo caso rappresentata da Andrea Agnelli, ed il tecnico più vincente degli ultimi anni, sono degne di essere prese in considerazione. L'appartenenza di Antonio Conte alla famiglia juventina, nella quale ha anche vestito la casacca di giocatore, non è sicuramente in discussione ed il tecnico leccese è molto amato dai tifosi bianconeri, ma proprio questa sua forza ed il carattere risoluto da sempre mostrato potrebbero aver indottoil rampollo di casa Agnelli a pensare che il tecnico potesse "fargli ombra", e da qui le risposte decise alle richieste di miglioramento della rosa, che il nipote dell'Avvocato ha sempre detto di condividere, ma di voler gestire con i tempi dettati dalla Società e dalla situazione economica, e non secondo i desiderata del tecnico.

Tra i tifosi juventini, questa prova di forza di Andrea Agnelli, sembra richiamare quella già avvenuta al momento del divorzio da Alessandro Del Piero, altra bandiera juventina, come Conte, che secondo l'opinione corrente è stato "costretto" a lasciare la Juventus per emigrare a Sidney, dove ha disputato le due ultime stagioni. Anche in quel caso le dichiarazioni furono distensive, ma il feeling tra l'ex numero 10 bianconero e la Società era sicuramente diminuito dal giorno nel quale, sorprendendo lo stesso "capitano", come ricorderanno in molti, il suo Presidente aveva annunciato come quella di Pinturicchio fosse la sua ultima stagione in bianconero.

Nel video andato in onda su Juventus Channel, Conte ha comunicato la sua decisione, ma nello stesso tempo ha tenuto a ribadire i trofei vinti, quasi a voler sottolineare la sua importanza nei tre scudetti consecutivi e nelle due supercoppe, ed ad "addebitare" alla dirigenza la scarsa competitività in Europa. Anche Andrea Agnelli nella lettera con la quel il sito ufficiale della Juventus ha dato la notizia, si esprime in modo molto accomodante con il suo ex allenatore, magnificandone le doti e ringraziandolo per quanto fatto per le fortune bianconere, ma il sospetto di una scarsa attenzione alle "bandiere" della società non è stato del tutto cancellato.

Forse Conte paga la sua natura decisionista, che alla lunga stride, nonostante la sua lunga militanza, in un ambiente come quello della Juventus, che non a caso, un altro "ribelle" come Antonio Cassano definì negli anni scorsi "un ambientino composto da soldatini ubbidienti". Ora la palla ripassa in mano alla Società, che si è mossa subito contattando e poi mettendo sotto contratto Massimiliano Allegri, che dopo il Milan si trova quindi a sedersi sulla più prestigiosa panchina italiana.

Una panchina che per quanto detto prima e per la pesante eredità dei tre scudetti consecutivi vinti da Antonio Conte, è sicuramente bollente, ma gli anni di esperienza a Milano con i "consigli" di Silvio Berlusconi, sicuramente avranno irrobustito la corazza dell'allenatore livornese. Allenatore la cui fortuna, ha sentenziato sprezzante un caustico Moggi, risiederebbe invece nell'essere semplicemente un provetto aziendalista.

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