Sport

Scamacca si porta avanti. E "segna" già per il Milan

L'autogol del genoano, obiettivo rossonero, regala tre punti pesanti al Milan. Pioli: "Straordinari con la Champions"

Scamacca si porta avanti. E "segna" già per il Milan

Milano - Forse Gianluca Scamacca, 22 anni, proprietà del Sassuolo, è un profilo interessante di giovanissimo centravanti per il prossimo Milan. Di sicuro ieri, con quella deviazione involontaria di schiena nella sua porta, ha regalato a Pioli e soci un successo non meritato ma di vitale importanza per la volata Champions. Fino a quello snodo, il suo contributo era stato in qualche decisivo per il Genoa. Perché grazie alla sua tigna aveva conquistato l'angolo da cui è nato il colpo di testa di Destro per l'1 a 1 meritato. Depresso per lo sfondone commesso è uscito con la faccia della retrocessione. Si può capire.

Per distinguere il risultato dalla prova, bisogna dirlo a chiarissime lettere: Milan male, molto male a dispetto del successo domestico arrivato dopo 2 mesi e passa. Squadra stanca e prevedibile, con una percentuale di errori nella costruzione che ha raggiunto percentuali inquietanti. Alla fine se l'è cavata con una isolata prodezza balistica di Rebic nel primo tempo e con quell'autorete nella ripresa. Non solo. Ma nel finale, quando il Genoa ha prodotto il massimo sforzo offensivo (dentro Pjaça, Pandev, Shomurodov, Biraschi e Behrami), sono stati due prodigiosi rinvii sulla linea di Kjaer e Tomori a rimediare alle stoccate di Masiello e Behrami armati da una sciagurata uscita di Donnarumma. Il danese, che è un po' il leader silenzioso del gruppo, a fine partita, è stato sintetico ed efficace. «A volte prendiamo dei gol di m...», ha chiosato con una chiamata in correo di molti esponenti della gendarmeria rossonera, a cominciare dal portiere oltre che lo stesso Tomori, apparso distratto in occasione del gol di Destro (anche qui su angolo).

Ecco il primo appunto, allora da girare agli interessati: saranno le reazioni del tifo rossonero sui social, sarà San Siro, Donnarumma e Calhanoglu, protagonisti della discussa stagione dei rinnovi contrattuali, cominciano a risentirne e a minare il cammino del Milan. È vero che non si può giudicare un portiere da una papera isolata ma non si può nemmeno nascondere che la pretesa di un super stipendio da fuoriclasse (offerti 8 milioni, il suo agente ne reclama 12) prevede che faccia il fenomeno sempre. E non 7-8 volte su 10. Perché altrimenti è un bravo portiere come tanti altri suoi colleghi che guadagnano molto bene e magari da anni frequentano il palcoscenico della Champions.
Poi c'è un altro dato inoppugnabile: il Milan è stanco, non ha più la spinta diabolica della prima parte della stagione. A toglierlo dall'impaccio ha provveduto un pirata del gol come Ante Rebic e in qualche misura la presenza in area di rigore di Mandzukic, sostituto del deludente Leao, su quell'angolo da cui è scaturita la deviazione del 2 a 1. «Abbiamo sprecato troppo, partita da chiudere prima» è l'analisi di Pioli che tiene conto nel primo tempo dell'occasione persa da Leao e quella, ancora più vistosa, di Rebic in avvio di ripresa. Sarà. Certo col Sassuolo, mercoledì sera, servirà un altro Milan.

E un altro Donnarumma.

Commenti