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Tania non chiude il cerchio con papà

La Cagnotto: «Dura che ci sarò». Ma la Dallapè vuole farle cambiare idea

Tania non chiude il cerchio con papà

La congiunzione astrale sembrava potesse funzionare. Ma la notizia del rinvio delle Olimpiadi di Tokyo dal 2020 al 2021 potrebbe aver messo la parola fine alla grande dynasty dei tuffi azzurri. Perché lei, Tania Cagnotto, rientrata alle gare dopo la maternità grazie al pressing della compagna di sincro Francesca Dallapè (che ha già detto di voler provare a farle cambiare idea) - avrebbe dovuto concludere quest'anno dove papà aveva cominciato nel '64. Insomma: una perfetta chiusura del cerchio di un'epopea lunga cinquantasei anni. A 34 anni si stava allenando come ai bei tempi, con il mirino puntato su un'ultima, grande, sfida: la sesta Olimpiade.

A dire il vero, Tania non si era ancora qualificata ai Giochi; ma è difficile credere che la tuffatrice italiana più forte di tutti i tempi si sarebbe lasciata sfuggire il pass a cinque cerchi, o dai 3 metri o nel sincro. Inoltre, Tania aveva fatto più di un pensierino sul ruolo di portabandiera, a maggior ragione ora che il Cio ha invitato i comitati olimpici nazionali a selezionare due alfieri, un uomo e una donna. Ma ora che è arrivata la notizia del rinvio di un anno dell'edizione giapponese, è come se il destino non avesse voluto concedere quest'ultima gioia alla famiglia bolzanina.

A meno di ripensamenti nei prossimi mesi dell'ex campionessa mondiale. «Se hanno scelto di spostare l'Olimpiade di un anno, evidentemente non vedono miglioramenti entro luglio. Se lo hanno fatto è stato per il bene del mondo. Egoisticamente, dal mio punto di vista, speravo che si facesse entro il 2020, anche perché non credo di farcela per l'anno prossimo». Del resto è cambiato tutto rispetto agli anni pre-Rio 2016 e le priorità ora sono diventate altre: al primo posto c'è la piccola Maya. «Prima tornavo a casa dopo l'allenamento e mi riposavo, adesso mi riposo quando vado ad allenarmi. La mia vita ha confessato Tania - adesso gira intorno a mia figlia e ai suoi ritmi. Ci vuole un'energia pazzesca».

Una bimba che, tra l'altro, ha già provato l'ebbrezza del cloro e allora perché non immaginare, per lei, un futuro da tuffatrice. «Non le racconterò nulla sulla mia carriera e su quella di mio padre, aspetterò che sia lei a chiedere.

Non voglio che lei senta la pressione, io non l'ho sentita e non mi sono mai sentita in competizione con mio padre». Ci penserà un giorno la piccola Maya a riprendere la dinastia?

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