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"Venditti sei un verme". Striscione dei romanisti dopo l'attacco all'inno

Il cantante nei giorni scorsi: "Via il mio inno, non è più la Roma che amavo". Poi prova a chiarire. Ma i tifosi non gliela perdonano

Zdenek Zeman con Francesco Totti e Antonello Venditti
Zdenek Zeman con Francesco Totti e Antonello Venditti

"Sinceramente l’inno della Roma mi piacerebbe se lo togliessero, perchè non lo trovo più identificativo della Roma che conoscevo io". La dichiarazione rilasciata da Antonello Venditti ai microfoni di radio Centro Suono Sport ha fatto scoppiare una bagarre senza precedenti. "Nel 2001 c’hai magnato, nel 2013 c’hai sputato. Venditti verme" hanno scritto su uno striscione apparso a Trastevere sotto casa del cantante romano la notte scorsa. Opera probabilmente di alcuni tifosi della Roma che non hanno gradito le critiche al club giallorosso.

Il mercato che non decolla, l’incontro tra De Rossi e Sabatini, il rinnovo di contratto di Totti, l’attesa per conoscere il modo di lavorare del nuovo tecnico Rudi Garcia a meno di una settimana dal raduno della squadra. Sulla sponda giallorossa del Tevere non mancano di certo i temi di discussione, eppure da ore ce ne è uno che sovrasta tutti gli altri e che riguarda lo sfogo di Venditti sull’utilizzo dell’inno "Roma Roma" da parte della nuova proprietà statunitense. L'autore del brano cantato dai tifosi romanisti all’Olimpico prima di ogni partita è tornato a parlarne anche in un post su Facebook. "Cari romani, romane, romanisti e romaniste di tutto il mondo, voglio rassicurarvi sulle mie parole e sul mio pensiero rispetto agli Inni per la nostra amata Roma - ha spiegato Venditti - a mia voleva essere una forte provocazione per spronare il presidente ed i dirigenti a riportare la Roma alla nostra cultura, rendendola più simile nei contenuti e nei risultati alla nostra grande storia di tifo calcistico, di sportività e di amore". Il cantante ha assicurato di essere orgoglioso di essere romanista: "Gli Inni sono nel cuore e non appartengono più all’autore, ma ad ognuno di noi. Forza Roma". Le suse però non sono bastate. Il punto di vista di Venditti ha infatti spaccato l’opinione del tifo romanista. Una parte si è schierata dalla parte del cantautore, accusando Pallotta e il resto della dirigenza di aver cancellato dalle parti di Trigoria quel "senso di appartenenza" e quella "romanità" che da sempre sono il marchio distintivo della Roma. L’altra, invece, ha criticato l’uscita arrivando anche a ricordare come l’inno in realtà non sia stato scritto solo da Venditti, ma soprattutto da Giampiero Scalamogna (scomparso proprio il 3 luglio del 2010) e da Sergio Bardotti.

Insomma, non esattamente la reazione che forse il cantante si aspettava di innescare.

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