Gli sprechi e i disservizi viaggiano sui binari

Rita Smordoni

Trasporto pubblico romano: gli sprechi e i disservizi viaggiano sul tram, ormai da 10 anni. A puntare il dito contro il cattivo funzionamento delle vetture della rete tranviaria della capitale, che avrebbe dovuto essere il fiore all’occhiello delle giunte di centrosinistra, è stato il consigliere comunale di Alleanza nazionale Luca Malcotti, nel corso di una conferenza stampa. Secondo l’esponente di opposizione, «sono state acquistate, a partire dal ’96, delle vetture non idonee al sistema tranviario romano, e adesso tocca al personale di Trambus, composto da bravi professionisti, riparare agli errori strutturali, modificando le vetture per metterle in strada».
«Ciò comporta uno spreco di risorse pubbliche e danni all’utenza, ai quali si aggiunge la beffa che le manutenzioni continuano a essere affidate anche a ditte esterne, senza nessuna strategia e investimento, da parte di Atac e dell’amministrazione comunale, per il settore della manutenzione interna all’azienda».
Nel frattempo è allarme per i tram che si avvicinano alla soglia dei 120mila chilometri. «I primi due che hanno ormai raggiunto questo chilometraggio si sono rotti, e hanno provocato incidenti il 28 settembre in via del Casaletto e il 29 ottobre in viale Trastevere - ricorda Malcotti -, le altre vetture hanno percorso finora intorno ai 100 chilometri e si prevede dunque che stiano per arrivare al momento critico».
Trambus avrebbe programmato per la prossima settimana un fermo a rotazione delle vetture per comprendere quale sia la situazione, anche se, a detta del consigliere capitolino, «una parte dei tecnici dell’azienda ritiene che le macchine dovrebbero essere tutte fermate». Da una dettagliata relazione presentata da Malcotti, inoltre, è emerso che delle 50 vetture acquistate da Atac nel ’98 e costate 3 miliardi e 500 milioni ognuna, solo 35 sono state messe in servizio. Tredici sono ferme da 3 anni e sono ancora da collaudare, mentre 2 sono state collaudate positivamente ma il ministero dei Trasporti non ha ancora rilasciato la certificazione. Delle 35 vetture in servizio, 26 sono state modificate e 9 sono state fermate perché non modificate. Secondo Malcotti «la modifica, come del resto per altre 28 vetture acquistate nel ’96, si è resa necessaria perché sono inadeguate alle rotaie romane. In corrispondenza delle curve, infatti, si verifica uno sforzo eccessivo e senza nessun rinforzo, si rischia la rottura o il deragliamento».
Altro problema che riguarda molte vetture è la pavimentazione, ormai marcia. «Trambus sta provvedendo a ripararla a proprie spese - ha informato Malcotti - con un costo di 300 ore a vettura per un totale di 1 milione di euro. Questa cifra però dovrebbe essere a carico della ditta costruttrice, che ha dato per le macchine una garanzia di 12 anni». «Se così è - precisa Malcotti - è necessario che l’azienda si attivi per il recupero di questi soldi».
Altro capitolo per le «42 metri»: si tratta di due vetture acquistate nel 2000 e costate 4 miliardi e 470 milioni. «Non hanno mai passato il collaudo - informa Malcotti -, giacciono nel deposito di via Prenestina e sono state letteralmente cannibalizzate come pezzi di ricambio».


Altra vicenda è quella delle 8 vetture T8000, i cosiddetti bus corti, che sono state affidate a una ditta per la completa risistemazione. Il costo dell’operazione è stato di 8 miliardi e 950 milioni di vecchie lire. «Purtroppo le vetture, rientrate in sede, devono essere nuovamente messe in lavorazione dal personale di Trambus».

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