Gent.le Dott. Cervi, dopo larticolo «La Padania esiste eccome» di Marcello Foa, con le dichiarazioni del Prof. Stefano Bruno Galli, leggo nella sua rubrica la lettera del Sig. Maurizio Sole che afferma che la «Padania esiste nei fatti», identificandone i confini per le comuni «culture, tradizioni, stili di vita». Chiedo gentilmente un diritto di replica. Galli ha affermato che la «Padania» «ha avuto lunghi periodi di unità, con i longobardi e nel periodo napoleonico». Ciò è falso. Vorrei ricordare che i longobardi occuparono lItalia dal 568 al 774 (durò di più la dominazione araba della Sicilia iniziata nell827 e finita nel 1091 con la caduta di Noto). I capi guerrieri si spartirono le terre in tanti piccoli regni, ben lontani dallessere uniti, e per lungo tempo fecero attenzione a non mescolarsi ai vinti. Linvasione non riguardò Venezia e molti territori costieri, rimasti ai bizantini, e si estese al Sud con i Ducati di Spoleto e di Benevento, anchessi fecero parte della Padania? Per quanto riguarda il periodo napoleonico esso durò pochi anni (1796-1815) e, dopo le diverse Repubbliche Traspadana, Cispadana e Cisalpina, lunità del Regno dItalia, brevissima, comprendeva anche lIlliria e la Dalmazia.
Padane anche loro? Sarebbero questi i «lunghi periodi di unità» della Padania? Allora bisognerebbe anche ricordare il lungo periodo di unità di Milano, Napoli e Palermo sotto il dominio spagnolo! Trovo sinceramente difficile equiparare le economie marinare di Genova e Venezia con quelle agricole della Lombardia e del Veneto; la mentalità mediterranea con quella montanara; gli usi e costumi cosmopoliti, con quelli squisitamente terricoli, la cultura mitteleuropea di Trieste con il conservatorismo sabaudo. Per non parlare della totale diversità linguistico-culturale dei vari dialetti piemontesi lombardi e veneti, la cui unità è rappresentata solo dalla comune origine latina.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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