Caro Dott. Cervi, in merito alla risposta al lettore Pibiri sul parroco di Lerici, non c'è dubbio che il prelato abbia messo insieme le mele con le pere. È vero che qui non si tratta di ragazze che possono scatenare i bassi istinti dei maniaci, ma di donne vittime di omicidio. Riguardo però la sua citazione di San Paolo, non è vero che abbia invitato le donne a essere sottomesse ai mariti per non scandalizzare la gente, anche se è innegabile che di sottomissione ha parlato apertamente. Ma aggiungendo: «I mariti hanno il dovere di amare le mogli come il proprio corpo, perché chi ama la propria moglie ama se stesso». Il concetto di sottomissione comunemente inteso è quindi a una distanza siderale dalla lettera di San Paolo. Semmai Lei ha ragione sul fatto che questo insegnamento così rivoluzionario (Cristo rivaluta la donna ma anche i bambini che nel mondo antico non contavano nulla) è stato trascurato sia dai laici, sia da tanti prelati che hanno preferito farsi influenzare dal maschilismo imperante per secoli.
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Caro Musicò, lei dissente dalla mia risposta di qualche giorno fa riguardante don Piero Corsi, così come ne dissente - anche lui in tono cortese - un altro lettore, Silvano. Ammetto che nello sforzo di sintesi il mio ragionamento sul maschilismo tradizionale della Chiesa cattolica - o piuttosto d'una sua componente - sia apparso sommario e incompleto. Lei sottolinea che le affermazioni di San Paolo sull'obbedienza dovuta dalla moglie al marito si sono accompagnate ad un riconoscimento ampio del ruolo femminile. Non m'inoltro in un dibattito per cui mi manca, oltre allo spazio, anche la preparazione. Mi sono limitato a ricordare il secolare antifemminismo dei vertici clericali - benché associato al culto della Madonna - per arrivare a una conclusione che ritengo fondata. L'intolleranza bigotta e oscurantista di don Corsi non è dipesa solo da un'aberrazione personale del parroco di Lerici. Si riallaccia a un filone della cultura cattolica che ora è sicuramente minoritario, ma che trova espressione in manifestazioni e pubblicazioni.
La donna come strumento del Maligno non è un'invenzione di don Corsi, l'esortazione alle donne perché di fronte alle tragedie del femminicidio facciano «sana autocritica» viene da lontano. Ma per fortuna rimane senza echi che non siano di deplorazione indignata.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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