la stanza di Mario CerviPodestà o sindaco, ciò che conta è amministrare con onestà

Egregio Dottor Cervi, Le scrivo per portare a conoscenza il documento che allego, unico e straordinario nel suo genere, in occasione delle prossime celebrazioni del 25 aprile. In questo documento è coinvolto anche mio padre Mario Sartor, ufficiale in Albania e partigiano. Il documento, del 3 maggio 1945, è la lettera indirizzata dal C.L.N. al podestà fascista uscente, in occasione della nomina di mio padre a sindaco di Paderno del Grappa. Questi uomini veramente democratici 68 anni fa hanno dimostrato comprensione, riconoscenza e rispetto nei confronti del vinto. È una grande lezione di storia che dovrebbe insegnare la vera pacificazione, soprattutto in momenti di contrapposizione politica come quelli che stiamo vivendo.
Montebelluna (Treviso)

Caro Sartor, grazie per avermi fatto conoscere questa bella pagina della Resistenza, la migliore resistenza. Trascrivo i passaggi più importanti della lettera scritta da veri e illuminati patrioti che, a liberazione appena avvenuta, non predicavano vendette e sangue ma moderazione e conciliazione. «Ill.mo Prof. Gino Galvan Podestà di Paderno del Grappa. I sottoscritti membri del Comitato di Liberazione di Paderno del Grappa, riuniti in assemblea generale oggi 3 maggio 1945, rivolgono il loro ringraziamento cordiale e sincero per quanto Lei ha fatto per la popolazione del Comune per quasi un quinquennio di Podesteria. Nemico spietato di ogni forma di abuso, arbitrio e violenza – in condizioni difficili ed in situazioni spesso delicate e dolorose – ha sempre cercato di prevenirle a voce alta, senza esitazioni, facendosi forte della sua rettitudine, anche a costo di mettere in pericolo la sua stessa vita per opera di chi dell'abuso, dell'arbitrio e delle violenze faceva norma di vita quotidiana.

Entrato povero a capo dell'Amministrazione Comunale nel Marzo del 1941 è rimasto al suo posto ininterrottamente fino a questi giorni e ne esce più povero di prima». Morale: podestà o sindaco può non fare una grande differenza. Fa differenza l'assumere a tasche vuote un incarico pubblico e lasciarlo con le tasche ancora vuote.

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