Scienze e Tecnologia

Facebook deraglierà sotto la guida di Zuckerberg?

Zuckerberg sarebbe alla guida di un treno senza una destinazione precisa. Questo il pensiero di Bill George, veterano della Harvard Business School e già Ceo di Medtronic, azienda di tecnologie biomediche

Mark Zuckerberg
Mark Zuckerberg

Il futuro di Meta sarebbe a rischio perché il Ceo Mark Zuckerberg non avrebbe i numeri per guidare un colosso simile. È la sintesi di una serie di critiche mosse da Bill George, già professore alla Harvard Business School e amministratore delegato della Medtronic, azienda attiva nelle tecnologie biomediche quotata in borsa a New York con un fatturato di 31,6 miliardi di dollari.

Autore di diversi libri sulla leadership, George è stato intervistato dalla rete britannica Cnbc e non è stato morbido nei confronti di Zuckerberg e delle politiche aziendali di Facebook.

Le critiche

Bill George parte da lontano per poi circoscrivere sempre più le proprie critiche dentro i confini di Facebook. Il suo pensiero è quello secondo cui, per quanto bravi e preparati, gli alti ranghi delle aziende spingono queste ultime verso il fallimento quando perdono di vista valori, convinzioni e obiettivi in favore di fama e denaro.

Se Zuckerberg è fautore della crescita esponenziale di Facebook, dice l’ex professore, è anche il fautore del suo declino. Giunge a questa conclusione inserendo il profilo attitudinale del Ceo di Meta in tre delle cinque categorie che, a suo dire, sono tipiche dei manager limitati. Ciò che George rimprovera a Zuckerberg è la sua presunta incapacità di assumersi responsabilità specifiche. Il caso specifico è quello accaduto lo scorso febbraio quando, in seguito alla presentazione dei dati finanziari non brillanti, Facebook ha perso 250 miliardi di capitalizzazione (il 26,4% del proprio valore) sostenendo di essere rimasta vittima di logiche estranee all’azienda – tra le quali le modifiche alla privacy con cui Apple ha reso più complessa la profilazione a scopo pubblicitario degli utenti – e non avrebbe, secondo George, ammesso di avere investito ingenti capitali nel metaverso.

L’orso Zuckerberg

Zuckerberg, secondo Bill George, sta diventando sempre più solitario, un orso che non allaccia relazioni e non accetta critiche e consigli. In passato il Ceo di Facebook era sempre in cerca di suggerimenti, così ha accettato l’opinione di Roger McNamee, uno dei primi a investire in Facebook, che gli ha suggerito di respingere l’offerta di acquisto presentata nel 2006 da Yahoo!, disposta a versare un miliardo di dollari per accaparrarsi il social network. È stato lo stesso McNamee a suggerire l’assunzione di Sheryl Sandberg, la direttrice operativa che ha contribuito alla crescita esponenziale di Facebook (e che ha lasciato Meta a giugno del 2022). Poi il vuoto, Zuckerberg si sarebbe progressivamente dissociato dalle voci esterne, secondo George, evitando di accogliere dritte da imprenditori più navigati di lui.

A caccia di gloria

Le accuse si concentrano sempre più su Zuckerberg: sempre secondo George, il Ceo di Meta anteporrebbe fama e profitti agli interessi degli utenti della piattaforma. Oltre alle gravi lacune scoperte nella tutela della privacy, Zuckerberg non avrebbe fatto granché per rimediare ai motivi che hanno portato un’inchiesta del Wall Street Journal (tema di grande discussione proprio un anno fa) a concludere che Instagram metta a rischio la salute mentale dei più giovani. Il Ceo di Meta, sostiene George, non avrebbe a cuore altro che il profitto al quale si dedica senza dare spazio ad altre priorità.

La posizione di Meta

La Cnbc ha raggiunto Meta per avere un commento ma senza successo.

Non è quindi possibile sapere cosa pensano a Menlo Park delle similitudini che George ha trovato tra la condotta di Facebook e i precedenti crolli di altre aziende che sono stati censiti nei suoi libri.

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