VENTISEIMILA BACI

Ieri, in redazione, il telefono, il fax e il postino hanno suonato in continuazione. Erano decine e decine di interventi sul ballottaggio alle provinciali. Un’intensità quasi commovente (anche senza quasi) per la vostra partecipazione, la vostra passione e la vostra fiducia nell’affidare a noi i vostri pensieri e le vostre idee. É qualcosa che si fa con gli amici e con le persone in cui si ha fiducia e quindi, anche per questo, vi ringraziamo ulteriormente.
Fra l’altro, anche dal punto di vista del numero degli interventi - oltre che della loro qualità, in media molto alta - sono pochi i temi su cui intervenite così tanto. Segno di un interesse vero e, soprattutto, della voglia di confrontarsi e di ragionare del popolo del centrodestra. Che, insieme al rinnovato entusiasmo è la notizia migliore che esce dalle urne. Quanto al fatto che il ragionamento e il confronto avvenga su queste pagine, è quasi la naturale conseguenza dei discorsi che abbiamo fatto lungo tutte queste settimane. Questa è la casa dei moderati, che non si identifica in uno schieramento politico, nè tantomeno in un partito - ci mancherebbe altro - ma che dà voce a un popolo che non ha altre voci.
In questi lunghi mesi siamo stati gli unici nel mondo dei media locali ad appoggiare senza riserve Enrico Musso e Renata Oliveri. E, magari con un pizzico di presunzione, riteniamo che una parte, magari infinitesima, del loro ottimo risultato sia nato anche su queste colonne. Certo, poi, appoggiare qualcuno non significa mandare il cervello all’ammasso o condividere tutto quello che facevano i candidati. Ma mi pare l’abc del giornalismo libero e pensante. Gli errori non sono stati moltissimi, ma ci sono stati. L’ultimo, a mio parere, resta quello decisivo. E cioè la strategia per il ballottaggio. L’ho scritto in tempi non sospetti e lo ribadisco: anzichè vagheggiare improbabili sfondamenti a sinistra (e non mi riferisco a Sestri), nei quindici giorni fra il primo e il secondo turno, si sarebbero dovuti vezzeggiare e coccolare maggiormente gli elettori che già il 27-28 maggio avevano scelto Renata Oliveri per riportarli alle urne. Dai genovesi, soprattutto quelli di alcuni quartieri della città, l’astensione era il massimo che ci si potesse aspettare. Non certo il voto per un candidato con al fianco i simbolini dei partiti della Casa. E quindi sarebbe stato meglio concentrare le forze sui propri elettori.

Sta tutto in due numeri: fra il primo e il secondo turno, a Renata sono mancati 25mila561 voti, senza considerare quelli dei candidati apparentati. E al differenza finale tra lei e Repetto è stata di 10504 voti.
Insomma, è andata benissimo comunque. Un solo rammarico: con ventiseimila baci di Renata, era fatta.

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