Gianluigi Nuzzi
da Milano
Quando a Moncalieri gli ultrà del Toro volevano linciarlo, sotto assedio Luca Giovannone non ha battuto ciglio. «Sono un uomo di strada, non ho paura di queste cose». Ma nessuno lo prese seriamente. Il sindaco Sergio Chiamparino e il rivale Urbano Cairo devono aver pensato a una boutade. Una delle tante di questo psicologo ciociaro, salito da Ceccano sin qui a comprare la squadra sabauda e sparigliare le carte. Eppure Giovannone diceva la verità. Metà imprenditore, metà volontario, nella vita prova a coniugare situazioni impossibili: le infermiere romene con gli immigrati clandestini, i club di calcetto con pensioncine a due stelle, le onlus non profit con operai croati, il bingo con i braccianti del Pontino.
Del resto è proprio il carattere istintivo, testardo, talvolta eccentrico che porta oggi Giovannone con 62mila euro lordi di reddito a volersi ostinare nel raggranellare quei 5 milioni necessari per varcare la soglia del Toro. E centrare lobiettivo che insegue da una vita. Da ex centravanti dilettante e presidente dello Sporting club Rio Ceccano, calcetto a cinque con braghette blu, a titolare di un club da prima pagina. Una prima volta andò male. È la primavera del 2000 quando avvicina lamministratore del Verona Giambattista Pastorello per comprare la squadra scaligera. Ci volevano 50 miliardi di lirette. Giovannone è una meteora: sparito in pochi giorni. Si riaccende allimprovviso un anno dopo. In un firmamento più che secondario, in Repubblica ceca al vertice della pregiata Sigma Olomuc. Ma solo da sponsor, per due stagioni. Sulle magliette il logo della sua Magic Noleggio srl: allepoca import e export, oggi noleggio di autovetture e furgoni leggeri. Senza autista.
Che la strada di Giovannone sia contorta lo si era capito quasi subito. Nel 1987, neo laureato a 23 anni con 110 e lode, venne infatti denunciato per favoreggiamento nellevasione di un detenuto ai domiciliari. Giovannone da responsabile di «Telefono in aiuto» ricevette la chiamata di un tale tossicodipendente e malato di Aids. Luomo stava male. Giovannone non si tirò indietro e lo accompagnò in ospedale. Peccato che il drogato fosse agli arresti domiciliari per rapina. Da qui laccusa di favoreggiamento in evasione poi archiviata.
Del resto, tra i precedenti di polizia di questo «uomo di strada» si annoverano una denuncia per reati contro la persona, una per la legge sullimmigrazione e persino una denuncia dei Nas dei carabinieri su presunte violazioni alle norme per le condizioni della sua struttura. «Stiamo sistemando tutto», sbotta il suocero, quellAlceste Alessandrini che amministra «Vita Serena», lonlus non profit costituita nel 1988 e oggi con «15 milioni di fatturato e 350 dipendenti». Ma torna il tormentone di Giovannone metà volontario, metà imprenditore. Come spiegare altrimenti gli enigmi di Supino, paesello della Ciociaria quartier generale del Giovannone, dove in via IV Novembre al civico 7 trovate «gruppo Vita Serena», cooperativa sociale onlus, e al 15, appena un paio di palazzi dopo, ritrovate «gruppo Vita Serena» ma questa volta, attenzione, agenzia per il lavoro, società per azioni. La onlus si occupa di assistenza sociale, la Spa di «fornitura del personale», ovvero infermieri. Settori a dir poco cugini.
Con un fatto curioso: nel 2004 in sette mesi la Onlus ha chiuso una decina di sedi secondarie e contemporanemente la Spa ha aperto uffici in diverse di quelle città, spesso allo stesso indirizzo. Insomma, chiamiamola riorganizzazione. Come per un numero di telefono, lo 0775-226655: nellaprile del 2001 viene sbandierato come «telefono rosso» per segnalare i casi di malasanità, «a tutela degli ammalati», lanno dopo per trovare «7000 infermieri professionali più 1000 terapisti della riabilitazione». Nel 99 invece rispondeva contro il nonnismo, lAiles. Cosè? È lAssociazione italiana per la lotta all'esclusione. Il presidente? Ovvio, Giovannone Luca, psicologo tuttofare.
Ma è su infermiere e calcio che Giovannone scommette. Con sparate sui giornali. Come nel 2000 quando offriva 10 milioni di bonus a chi si proponeva come infermiere e stipendi fino a 5 milioni di vecchie lire. Una favola segnata da fastidiosi incidenti. Qualche mese fa i sindacati di base di Firenze criticarono le convenzioni con «Vita Serena»: «Le infermiere costano 21 euro allora ma Vita Serena ne gira solo 10 in busta paga». O come quando un anno fa a Prato lAsl 4 annullò addirittura la convenzione per venti romene fuggite dallospedale quando si scoprì che erano in possesso solo del permesso turistico. Anche in quelloccasione Giovannone divenne rosso di rabbia.
Si calmò solo con i saggi consigli della moglie Stefania. È professoressa di filosofia al liceo scientifico Martino Filetico di Ceccano, sposata da 13 anni, mamma di tre figli e unica socia del marito. Possiede il 5 per cento nellimmobiliare Universal Service srl, una delle prime società del gruppo, 34mila euro di giro daffari.
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