Cronaca locale

Allarme smog, sorpresa: Milano tra le città meno inquinate d’Italia

I dati dell'Agenzia dell'ambiente. I risultati arrivano da una ricerca svolta in undici regioni La qualità dell’aria è migliore rispetto a Roma e Torino. Ecopass, i diesel possono pagare fino al 12 marzo 

Allarme smog, sorpresa: Milano 
tra le città meno inquinate d’Italia

Milano agli ultimi posti nella classifica delle città italiane più inquinate. Una «zona retrocessione» che, dal punto di vista della qualità ambientale, equivale a una promozione della metropoli lombarda. Le cui concentrazioni di benzopirene la piazzano al 31esimo posto su 34 capoluoghi di provincia del centro-nord e al 58esimo su 63 Comuni. È quanto emerge dalle ultime rilevazioni effettuate in undici regioni italiane da Arpa, che per la prima volta non si è limitata a calcolare la quantità di Pm10, ma ha preso in considerazione la sua effettiva pericolosità per la salute umana in base alla presenza di quattro sostanze altamente cancerogene: arsenico, nichel, cadmio e benzopirene. I cui livelli a Milano, nel periodo tra aprile 2008 e marzo 2009, risultano ampiamente al di sotto del limite massimo previsto dalla legge per il 2012. E i risultati migliori Milano li ottiene soprattutto per quanto riguarda il benzopirene, una sostanza prodotta dal traffico: la metropoli lombarda è infatti quartultima tra i Comuni capoluogo per livello di inquinamento, con 0,27 nanogrammi contro un valore obiettivo per il 2012 pari a 1 e una media nazionale di 0,66.
L’aria di Milano è più pulita non soltanto di Roma, con 0,39 nanogrammi, ma anche di Padova (1,4) e Torino (0,64). E soprattutto è più respirabile di quella di una piccola città alle pendici delle Dolomiti come Belluno, a quota 1,1. La metropoli lombarda si piazza agli ultimi posti come livello di emissioni anche considerando i Comuni non capoluogo.
Su un totale di 63 solo cinque fanno meglio, mentre hanno concentrazioni pari almeno al quadruplo di Milano piccoli centri come Darfo (Brescia), con 2,09 nanogrammi, Feltre (Belluno) con 1,7 e Saliceto (Cuneo) a 1,3. Per quanto riguarda invece gli altri tre inquinanti, prodotti dalle fabbriche, all’ombra della Madonnina sono sotto la media nazionale sia il nichel sia l’arsenico. Le concentrazioni della prima sostanza sono pari a 5,2 nanogrammi, cioè un quarto del valore obiettivo per il 2012 (20 per metro cubo) e sotto la media dei Comuni capoluogo. Nella classifica generale Milano si posiziona 15esima su 34 città, facendo comunque meglio di altre metropoli come Genova (15,55), Venezia (7,75) e Torino (7,5). La città è a livelli accettabili anche per quanto riguarda l’arsenico, con 1,05 nanogrammi contro una media italiana di 1,12 e una soglia per il 2012 pari a 6. Tra i capoluoghi Milano risulta in questo caso 12esima su 32.
La peggiore è invece Venezia, dove nell’arco del 2008 si sono registrati 2,85 nanogrammi per metro cubo. Unico caso in cui Milano supera la media italiana, ma non la soglia massima per il 2012, sono le concentrazioni di cadmio, che sotto la Madonnina raggiungono 1,1 nanogrammi, più degli 0,64 nazionali ma meno del tetto a quota 5.
Il piazzamento di Milano in classifica avrebbe potuto essere migliore se anche le regioni del Sud Italia avessero svolto i monitoraggi, espressamente previsti dalla legge. Che invece non sono stati effettuati, almeno in modo costante, dall’Arpa di Campania, Basilicata, Sardegna, Sicilia e Molise.
Mentre per quanto riguarda Calabria e Puglia i quattro inquinanti sono stati rilevati solo dal 2009 e dunque i risultati non sono ancora disponibili. Infine dalle analisi emerge che le concentrazioni di benzopirene sono identiche nelle due centraline milanesi di rilevamento, di cui una interna alla cerchia Ecopass (in via Senato) e una esterna (in via Pascal).

Mentre arsenico e nichel sono più elevati nella prima (rispettivamente a quota 1,1 e 5,5) e il cadmio nella seconda (1,2).

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