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All'asta degli oggetti di Freddie Mercury andiamo noi italiani e compriamo tutto

Si potrebbe fare un'esposizione al Maxxi tanto gli artisti non hanno niente da dire

All'asta degli oggetti di Freddie Mercury andiamo noi italiani e compriamo tutto

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All'asta degli oggetti di Freddie Mercury andiamo noi italiani e compriamo tutto

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Cara Giorgia Meloni ti scrivo, da scrittore a Presidente del Consiglio, da uomo a uomo, o da donna a donna (uno scrittore vero non ha sesso). Per proporti un'azione sovranista internazionalista che spiazzerà tutti, e anche un affare economico per l'Italia, e anche un intervento contro un crimine contro un patrimonio dell'umanità. Ti spiego.

Anzitutto devi sapere (nel caso non lo sapessi) che una delle attrattive turistiche di Londra è Garden Lodge, la villa a Kensington di Freddie Mercury, la più grande leggenda del rock («Non voglio essere una rock star, io diventerò una leggenda» ha mantenuto la parola). Da tutto il mondo si va lì in pellegrinaggio, anche se non si vede niente: il muro di cinta è alto tre metri e elettrificato, e dentro ci ha sempre vissuto Mary Austin, la prima fidanzata di Freddie e sua migliore amica. Ma per noi fedeli di Freddie bastava andare lì e guardare quella porta, quelle mura di recinzione, per emozionarci, sapendo che tutto dentro era rimasto uguale, un santuario inaccessibile.

Cosa succede adesso? Che Mary Austin ha deciso di svuotare Garden Lodge mettendo all'asta tutti gli oggetti di Freddie Mercury (la villa non può venderla, perché, alla morte di Mary, per volontà di Freddie diventerà una casa per orfani). Tutti questi oggetti sono quindi esposti al pubblico da Sotheby's, e per vederli c'è la fila, fino a quando, il 4 settembre, non partirà l'asta, il crimine. C'è di tutto, dal primo manoscritto di Bohemian Rapsody (base d'asta un milione e mezzo circa) e di tutte le sue canzoni più famose, ai costumi di scena ormai leggendari: il gilet con i gatti che ha indossato nello straziante video prima di morire, quando ormai era pelle e ossa, ma anche la corona e il mantello che indossava nel suo ultimo tour, alla fine, per salutare il pubblico, e le scarpe Adidas che hanno calcato tutti i palchi degli ultimi concerti, ma anche il tavolo da pranzo, le sedie, i quadri (tra cui un Picasso, che essendo stato posseduto da Freddie vale di più), una miriade di foto personali, mai viste, insomma tutto ciò che c'era dentro Garden Lodge, tutta la sua vita.

Qual è la mia proposta? Semplice. Il valore totale dell'asta è di circa sei milioni di sterline, ma poiché si tratta appunto di un'asta i fan di tutto il mondo, noi fedeli di quello che per noi è l'unico dio non inventato dall'uomo, andranno disperse tra privati. Perché Mary Austin è una stronza. L'ho sempre pensato ma questa è la riprova. Pensa che appena morì Freddie, lei cacciò da Garden Lodge tutti coloro che abitavano con lui, incluso Jim Hutton, il compagno di Freddie. Mary fece cancellare anche tutte le scritte d'amore lasciate ogni giorno negli anni dai fan di tutto il mondo sul famoso muro di Garden Lodge. Ha cambiato perfino la mitica porta, ma quella originale, scopriamo adesso, esiste, e anche quella è all'asta. Non è rimasta amica di nessuno degli altri membri dei Queen, né di Brian né di Roger né di John, né di coloro che hanno lavorato con Freddie, di nessuno, è davvero insopportabile, e ora mette tutto all'asta.

Per noi, Giorgia, è un'occasione da non perdere. Ecco il mio Business Plan, e anche il piano d'azione. Mandiamo qualcuno del governo all'asta, per esempio Daniela Santanché in incognito, per non farli insospettire. Compriamo tutto noi, come Italia, come italiani. Prima gli italiani, anche con Freddie. Dopodiché mettiamo su, per esempio a Roma, dove abito io e dove governi tu da Palazzo Chigi (per praticità), un museo Freddie Mercury, magari al MAXXI, tanto cosa avranno mai da esporre gli artisti contemporanei meglio di questo. La spesa verrà ammortizzata subito, perché tutti i turisti, oltre al Colosseo, alla Fontana di Trevi, al Pantheon, al Foro Romano, andranno a vedere il nostro museo Freddie Mercury, e in più daremo uno schiaffo morale agli inglesi.

A gestire il museo e le sue iniziative, guarda, posso starci anche io, mi offro volontario, anche perché ho appena pubblicato il mio ultimo romanzo, che si intitola appunto Volevo essere Freddie Mercury (La Nave di Teseo) e non ne scriverò più, perché sono stanco, perché letterariamente ho già scritto tutto. Per dirigere il museo non ho grandi pretese, mi accontento di un misero stipendio non d'oro, uno stipendio comunista, come quello di Fassino per intenderci. Inoltre, pensa: chi potrà mai più darti della postfascista o dell'omofoba quando sei stata tu a accogliere l'appello di uno scrittore bisessuale (non più praticante, perché il sesso mi ha stancato, ormai sono un binario morto), e a salvare tutte le reliquie di Freddie Mercury? Pensaci Giorgia, pensaci.

It's a kind of magic.

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