Cronaca locale

All'obitorio c'era il racket dei funerali: 4 condannati

C'era un sistema, collaudato nel tempo, in base al quale alcuni operatori dell'obitorio dell'ospedale Sacco consigliavano ai familiari dei defunti le imprese funebri a cui rivolgersi

All'obitorio c'era il racket dei funerali: 4 condannati

Avrebbero speculato sulla morte, «giocando» crudelmente sugli affetti dei parenti, con l'aggravante di averlo fatto durante un periodo, il più duro, il più difficile quello della pandemia.

L'inchiesta avviata durante il Covid è finita con quattro condanne, due assoluzioni, tre patteggiamenti, e un rinvio a giudizio. Si è chiuso così davanti al gup di Milano Roberto Crepaldi il procedimento nato dall'ennesima inchiesta per corruzione sul racket del caro estinto.

Il giudice ha infatti condannato in abbreviato due imputati a 2 anni di carcere e altre due persone a un anno, mentre ha assolto due imputati e, poi, ha accolto tre richieste di patteggiamento, una a due anni e le altre a un anno circa. Per tutti è stata concessa la sospensione condizionale della pena. Infine, l'unica persona che ha scelto il rito ordinario è stata mandata a processo. Entro i prossimi 90 giorni saranno depositate le motivazioni della sentenza.

L'indagine, nata in piena seconda ondata di Covid che nel settembre 2021 ha portato all'esecuzione di tre misure interdittive, è stata coordinata dal pm Stefano Civardi e dall'aggiunto Maurizio Romanelli.

Gli accertamenti erano stati condotti dalla polizia locale che avevano portato a ipotizzare un «sistema collaudato nel tempo» in base al quale alcuni operatori dell'obitorio dell'ospedale Sacco consigliavano ai familiari dei defunti le imprese funebri a cui rivolgersi. Non solo. Permettevano anche «agli impresari», a cui passavano informazioni, «di entrare e uscire» dalla camera mortuaria, ricevendo «denaro per tali favori».

A ciò sarebbero da aggiungere alcune presunte «violazioni» delle regole anti-Covid e pure la proposta, respinta al mittente da un addetto, di «vestire» la salma di un morto a causa del virus in cambio di «400 euro».

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