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Sei Nazioni, l’Italia sfiora l’impresa contro l’Inghilterra perdendo 27-24 all’Olimpico

La nuova Italia di Quesada mette sotto l'Inghilterra nel primo tempo subendo però nella ripresa la fisicità dei Bianchi. Nonostante la tanta stanchezza, Ioane consegna nel recupero un punto di bonus agli Azzurri

Sei Nazioni, l’Italia sfiora l’impresa contro l’Inghilterra perdendo 27-24 all’Olimpico
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Dopo le disastrose prove al mondiale francese, tutti gli occhi erano puntati sul debutto della nuova Italia di Quesada e gli Azzurri, di fronte al tutto esaurito dell’Olimpico, se la sono giocata alla pari contro l’Inghilterra per più di un tempo. I passi avanti dal punto di vista della coesione e del gioco alla mano si sono visti ma, alla fine, l’arcigna difesa dei Bianchi di Albione ha sfiancato un’Italia che nel secondo tempo è stata affossata da una serie di punizioni convertite dal preciso Ford.

Arriva quindi la prima sconfitta per l’Italrugby con un primo tempo scintillante ed una ripresa dove si è notato il deficit atletico degli Azzurri. Alla fine c’è la soddisfazione della meta in recupero di Ioane che concede all’Italia almeno un punto di bonus: i nostri non avevano mai perso di così pochi punti contro l’Inghilterra. Se il buongiorno si vede dal mattino, questa nazionale può fare davvero bene.

Le scelte dei tecnici

L’avvicinamento al debutto al Sei Nazioni è ovviamente segnato dalla curiosità di vedere la prima prova della nuova nazionale guidata dall’ex apertura dei Pumas Gonzalo Quesada. Se gli Azzurri sono giovani e talentuosi, si spera che il tecnico argentino porti quella coesione che spesso sono mancate all’Italia. La vigilia porta una brutta notizia per i padroni di casa, visto che l’italo-francese Ange Capuozzo ha la gastroenterite e non potrà essere della partita. Il triangolo allargato, vista l’assenza, sarà formato da Allan, Pani e Ioane. Al centro rientra Menoncello, affiancato da Brex mentre sulla mediana i fratelli Garbisi: terza linea formata da capitan Lamaro, Negri e Lorenzo Cannone.

Quesada Italia Inghilterra Fotogramma

La nuova Inghilterra di Steve Bortwick offrirà parecchie novità rispetto a quanto visto al mondiale e in campo all’Olimpico ci saranno molti cambi nel quindici azzurro. Henry Slade torna al 13, accanto al debuttante Fraser Dingwall mentre l’esperto George Ford sarà all’apertura, con Alex Mitchell mediano. La terza linea inglese con Steward, Freeman e Daly potranno causare scompiglio nella difesa azzurra. Anche gli inglesi però hanno avuto un problema dell’ultimo minuto, con il pilone Ellis Genge che si è fatto male al piede: Beno Obano ne prende il posto, partendo dalla panchina.

Italia attenta e concreta

L’approccio alla partita degli Azzurri di fronte all’ennesimo tutto esaurito dell’Olimpico è quello che ti aspetti: aggressività in campo, qualche errore di troppo ma grande pressione messa sulle prime linee avversarie. L’inizio dell’Italia di Quesada è all’insegna della massima attenzione, con un paio di palloni rubati che vengono convertiti nei primi punti grazie ad un piazzato messo da Gonzalo Allan già dopo pochi minuti. L’Inghilterra non è quella devastante vista l’anno scorso e gli Azzurri ne approfittano per imporre il proprio gioco ed approfittare al meglio delle imprecisioni del quindici avversario. Dopo un paio di azioni interessanti e un certo equilibrio tra le due mischie, l’Italia si costruisce la prima meta: il merito va a Ignacio Brex, che trova un varco al centro, avanza veloce e riesce in qualche modo a scaricare ad Alessandro Garbisi. Il minore dei fratelli controlla alla bene meglio ma trova il modo di tuffarsi in meta.

La reazione dell’Inghilterra, sotto 10-0 è rabbiosa, ma gli Azzurri placcano bene e non abboccano alle finte dei rivali, che provano a spostare continuamente la linea italiana. La difesa, specialmente sui 22, è attenta ma c’è qualche eccesso di aggressività che costa qualche fallo evitabile. Al 15’ è Ford a presentarsi da posizione leggermente defilata al piazzato: l’ovale colpisce il palo ma si infila dentro per i primi tre punti delle Roses. La fase centrale del primo tempo vive degli scontri tra una ottima difesa azzurra e l’attacco inglese che non riesce a trovare il ritmo. Alla fine, però, gli ospiti sfondano sulla sinistra: percussione del debuttante Roots al centro ma è Slade ad aprire lungo sulla fascia, dove Freeman scarica al volo per Daly che resiste al tentativo disperato della difesa e schiaccia in meta. Ford conferma di non essere al massimo e non converte da posizione molto angolata: Italia sempre avanti 10-8.

Buona difesa, Allan in meta

L’Italia, nonostante la solita aggressività inglese, regge bene lo scontro ed evita di perdere palloni: le cose sulle touche non vanno al meglio ma comunque siamo pienamente in partita. Al 26’ svarione difensivo degli ospiti, che rimangono scoperti sulla destra quando Slade punta al centro ma non trattiene il pallone. Combinazione rapidissima tra Menoncello e Tommaso Allan, che si invola sulla fascia e schiaccia in solitudine il pallone sotto l’H. Gran prova per gli Azzurri che devono però scendere in trincea di fronte agli assalti di un’Inghilterra mai doma: gli avanti rischiano più volte di capitolare ma arrivano sempre placcaggi precisi per negare la meta agli ospiti. Alla fine c’è l’errore che manda Ford al calcio da posizione ideale: Italia sempre avanti 17-11, davvero non male viste le prove deludenti messe al mondiale francese.

Il finale del primo tempo vede gli Azzurri sotto pressione che purtroppo tornano a fare qualche fallo di troppo. Chiudere il primo tempo in avanti sarebbe fondamentale per giocarsi al meglio le proprie carte nella ripresa: al 37’ la punizione concessa dal signor Williams viene convertita ancora da Ford ed i Bianchi di Albione sono a meno 3. I 15mila arrivati a seguito del XV ospite sembrano un po’ perplessi: evidentemente non si aspettavano che sarebbe stata partita vera. Non c’è tempo per altro: si va negli spogliatoi con l’Italia avanti che ha davvero convinto il pubblico dell’Olimpico.

Inghilterra avanti con Mitchell

Qualcuno in Inghilterra sperava che le cose andassero come tra Irlanda e Francia, con i Verdi che hanno travolto i Bleus in maniera devastante. Lo scontro dell’Olimpico, invece, rimane equilibrato, anche se i favori dei pronostici rimangono sempre per gli ospiti. Al rientro in campo, l’Inghilterra ha un piglio diverso e mette sotto gli Azzurri, concessi a concedere il sorpasso al 44’ grazie ad un’azione spettacolare del mediano di mischia del Northampton Alex Mitchell, salutata dal pubblico ospite che intona Swing Low, Sweet Chariot, l’inno che saluta le grandi azioni delle Roses a Twickenham. Stavolta Ford converte, portando gli ospiti avanti per la prima volta per 21-17.

L’Inghilterra prova ad approfittare dello sbandamento ma la palla rubata da Ruzza su una touche dai 5 metri concede un minimo di respiro alla difesa azzurra, che però è costretta a battagliare contro la rolling maul inglese. Ora gli avanti bianchi hanno ritrovato la fiducia e sembrano giocare come il gatto col topo. Ceccarelli e Cannone non ce la fanno e sono costretti a tornare in panchina, assenze che si faranno sentire nel momento critico della partita. L’Italia soffre un po’ in mischia e un brutto errore di Zuliani concede agli ospiti la possibilità di portarsi avanti. Alla fine l’Inghilterra si accontenta di allungare grazie ad un piazzato di Ford: 24-17, parziale di 10-0 nel secondo tempo. L’Italia prova a portarsi in avanti e riesce a guadagnarsi una punizione che, purtroppo, Allan non converte: a 20 minuti dalla fine tanta stanchezza in campo dopo che gli Azzurri hanno speso davvero tanto per rimanere in partita.

Italia stanca ma tosta

La prima linea azzurra non sa bene come controllare il guizzante Itoje ma il quindici di Bortwick non sembra aver intenzione di cambiare passo e cercare di ammazzare la partita. Il vantaggio è comunque rassicurante e gestire la gara, visto il netto vantaggio in quanto a possesso dell’ovale, favorisce nettamente i Bianchi. Ora le azioni sono molto frammentate, senza concedere agli Azzurri di mettere il cambio di marcia necessario per riequilibrare la gara. L’Italia prova a giocare più alla mano, ma la difesa inglese è troppo esperta per lasciarsi ingannare. Senza riconquistare per lunghi tratti l’ovale sarà quasi impossibile mettere in crisi gli ospiti. Vista la stanchezza, qualche errore di troppo, che manda ancora sulla piazzola Ford: al contrario dell’apertura azzurra, il talento di Sale è implacabile: 27-17 Inghilterra che toglie il punto di bonus difensivo ai nostri. Negli ultimi 12 minuti parecchi i cambi per entrambe le squadre, con le rispettive panchine che faranno la differenza nel finale: l’Italia, comunque, soffre maledettamente la fisicità inglese senza mai dare la sensazione di poter tornare in partita.

Chessum Italia Inghilterra Fotogramma

I nuovi entrati sembrano rianimare per qualche minuto l’attacco dei padroni di casa, che si portano sulla 22 e provano a sfondare la solidissima linea inglese, rovinando però tutto con falli in attacco. Buono comunque il piglio dei nostri, che quando trovano varchi si confermano pericolosissimi alla mano, nonostante siano visibilmente in crisi dal punto di vista fisico. Al 75’ Elliott Daly fa uno sgambetto a Menoncello e viene spedito dal signor Williams nel sin bin: Inghilterra in 14 fino alla fine della partita, con il pubblico dell’Olimpico che prova a spingere gli Azzurri. La difesa inglese, però, si conferma un rebus impossibile da risolvere per un’Italia che ora sbaglia anche le cose più facili, a partire dalle touche. Bortwick concede qualche minuto a diversi debuttanti ma l’Italia, purtroppo, non ne ha davvero più, chiudendo nella propria 22. Lamaro si becca un giallo riequilibrando i numeri in campo ma la difesa azzurra riesce a reggere alla mischia inglese, giocandosi le ultime carte nel recupero. Gli Azzurri hanno la costanza di provare fino alla fine, trovando la meta che concede un punto di bonus grazie alla meta di Monty Ioane all’84’, convertita da Paolo Garbisi. Finisce 27-24, il minor distacco subito negli scontri al Sei Nazioni con l’Inghilterra.

Il tabellino

ITALIA: 15 Tommaso Allan, 14 Lorenzo Pani, 13 Juan Ignacio Brex, 12 Tommaso Menoncello, 11 Monty Ioane, 10 Paolo Garbisi, 9 Alessandro Garbisi, 8 Lorenzo Cannone, 7 Michele Lamaro (c), 6 Sebastian Negri, 5 Federico Ruzza, 4 Niccolò Cannone, 3 Pietro Ceccarelli, 2 Gianmarco Lucchesi, 1 Danilo Fischetti. Allenatore: Gonzalo Quesada

INGHILTERRA: 15 Freddie Steward, 14 Tommy Freeman, 13 Henry Slade, 12 Fraser Dingwall, 11 Elliot Daly, 10 George Ford, 9 Alex Mitchell, 8 Ben Earl, 7 Sam Underhill, 6 Ethan Roots, 5 Ollie Chessum, 4 Maro Itoje, 3 Will Stuart, 2 Jamie George (c), 1 Joe Marler. Allenatore: Steve Bortwick

Marcatori: 5’ piazzato Allan (It), 11’ meta A. Garbisi (It), 21’ meta Daly (In), 26’ meta Allan (It), 33’, 37’ piazzato Ford (In), 44’ meta Mitchell (In), 54’, 66’ piazzato Ford (In), 84’ meta Ioane (It)

Ammonizioni: 75’ Daly (In), 80’ Lamaro (It)

Arbitro: Paul Williams (Nuova Zelanda)

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