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Simone Biles nella leggenda: è la prima donna ad eseguire il "salto impossibile"

La campionessa americana è tornata e continua a stupire. Il suo Yurchenko doppio carpio entra nella storia e nel codice dei punteggi come "Biles II"

Simone Biles nella leggenda: è la prima donna ad eseguire il "salto impossibile"

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Torna Simone Biles e lo fa da regina ai Mondiali di ginnastica artistica di Anversa. La campionessa americana, dopo il ritiro dalle gare dei Giochi Olimpici di Tokyo per un blocco psicologico ha illuminato le qualificazioni del torneo iridato nella città belga dove vinse le sue prime medaglie mondiali.

Lo ha ha fatto con un salto da leggenda, eseguendo al volteggio lo Yurchenko doppio carpio, un esercizio finora eseguito solo dagli uomini, e che ora prende il nome della ginnasta 26enne, essendo lei l'unica donna capace di realizzarlo. Simone Biles ha eseguito alla perfezione il suo Yurchenko doppio carpio al volteggio, con quoziente di difficoltà mai sfiorato da nessun’altra in nessun’altra gara della ginnastica. Il salto ha ottenuto l'incredibile punteggio di 15.266, per un totale di 58.865 punti alla fine dei quattro attrezzi.

"Ce l'ha fatta! Questo è tutto quello che posso dire", ha esultato il suo allenatore, il francese Laurent Landi."Le persone, spero, si rendono conto che questa potrebbe essere l'unica volta nella loro vita in cui hanno visto un salto come questo eseguito da una ginnasta donna" ha aggiunto. Il salto era stato tentato e fallito dalla 26enne americana a Tokyo 2020 nella gara a squadre, ma era stato eseguito correttamente due volte durante l’estate, negli Usa. Ora il Biles II diventa storia e farà giurisprudenza nel mondo della ginnastica artistica.

Il ritorno di Simone Biles

È tornata in pedana lo scorso agosto negli Usa e ora a livello internazionale dopo la lunga assenza iniziata alle Olimpiadi di Tokyo. Quattro volte campionessa olimpionica, oggi ventiseienne, dopo oltre un anno lontana dalle competizioni, sembra essersi messa alle spalle il periodo difficile.

Nel 2021 il suo annuncio di volersi ritirare per prendersi cura della propria salute mentale aveva fatto il giro del mondo. In questi due anni Simone Biles ha avuto modo di concentrarsi su se stessa, si è sposata con il campione di football americano Jonathan Owens, che ha contribuito a ridarle tranquillità.

Ma soprattutto ha potuto lavorare su quella che era forse diventata una paura patologica, una vera e propria fobia. Quello che in inglese chiamano twist, un fenomeno che fa perdere l’orientamento e la percezione del proprio corpo nello spazio e che comprensibilmente può rivelarsi molto pericoloso in diversi esercizi della ginnastica artistica, soprattutto durante l’atterraggio. Aveva spiegato che "quando si verificano i twist, si va subito in palestra e ci si lavora" mentre lei ha scelto in quel momento di prendersi del tempo.

Una decisione che ha reso il ritorno in pedana più complesso; in relazione alla gara in Illinois si è definita infatti pietrificata ma poi ha anche aggiunto di stare bene, nonostante i twist si siano verificati nuovamente. Veniva prima fare altro, bastava che non riguardasse ginnastica e polvere di magnesio. Fino a quando, un mese fa, il suo nome non è comparso nella lista delle iscritte a una gara che preparava ai campionati nazionali americani.

Ora la scintilla si è riaccesa.

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