Cronaca locale

Amore, una storia di 2000 anni

Ragazzi e ragazze che oggi vi scambiate regali, seguendo l'antico invito di Orazio («Nec dulces amores sperne») ricordate anche che De André cantava «tra un mese, tra un anno/ scordato mi avrai»), mentre Apollinaire consacrava il rimpianto di un amore perduto nei celebri versi «Odor di tempo stelo di brughiera/ ricorda bene ch'io ti attendo ancora».
È il tempo il grande nemico dell'amore. Ed è il tempo che manca alla rappresentazione visiva dell'amore. Lo dimostra Flavio Caroli - storico dell'arte, docente di arte moderna e curatore di grandi mostre - nell'ultimo suo libro che oggi alle 18.30 viene presentato allo Spazio Krizia di via Manin 21: Il volto dell'amore (Mondadori, pagg. 100, euro 18). «Alle arti visive - afferma lo studioso - manca la dimensione temporale che è sempre stata propria della letteratura e più tardi del cinema, e che consente alla narrazione letteraria il racconto di tutti i sentimenti e le sfumature che maturano appunto nel tempo. Per la pittura e la scultura, invece, tutto deve necessariamente concentrarsi in un istante e in un'immagine».
Una sfida rappresentativa che pittori e scultori hanno accettato e risolto, in duemila anni di arte occidentale, in diversi modi. A cominciare dall'erotismo che - dice ancora Caroli - «fra i vari aspetti dell'amore è quello più direttamente esprimibile con strumenti figurativi». Non a caso lo scrittore apre la sua carrellata di arte amorosa con una maliziosa pittura parietale di Pompei in cui un satiro corteggia, in modi molto espliciti, una fanciulla. È l'eros gioioso e disinibito proprio della classicità, non ancora turbato dal concetto di «peccato».
«Con l'avvento del cristianesimo - continua l'autore - tutto cambia. Dopo le pagine memorabili di Sant'Agostino, ecco Dante e Petrarca che cominciano a definire poeticamente i tormenti e le ansie di un sentimento alla ricerca di una propria cifra espressiva. Ma sarà con uno dei massimi geni dell'arte e del pensiero dell'Occidente che avverrà la rivoluzione». Quel genio è Leonardo: «Con Leonardo, e da lui in avanti, l'idea di amore si fonde con la psicologia moderna e sarà un campo di indagine, questo, che nei secoli futuri e fino alla contemporaneità distinguerà il pensiero occidentale da tutte le altre visioni del mondo maturate sul pianeta».
Perché Leonardo? Perché l'artista pone al centro della propria ricerca il volto umano ed è attraverso la raffigurazione del volto che l'arte occidentale analizza le emozioni e le passioni, prima fra tutte l'amore. «Con Leonardo - prosegue l'autore che sul genio vinciano ha pubblicato studi fondamentali - nasce la fisiognomica, la ricerca dell'anima, "quell'anima - scrive Leonardo nel suo Libro di pittura - che regge e governa ciascun corpo». «Siamo cinquecento anni prima di Freud - prosegue Caroli - ma già Leonardo intuisce quanto verrà teorizzato all'aprirsi del Novecento nella Interpretazione dei sogni, atto fondante della psicoanalisi in cui Freud identifica quello che non si vede ma c'è : il continente sommerso dell'inconscio».
Da Leonardo fino a Bacon, è attraverso il volto che l'artista cerca di esprimere l'amore, sacro o profano che sia, legittimo o mercenario. Se, pochi decenni prima di Leonardo, Van Eyck aveva rappresentato la tenerezza coniugale nel dipinto che è sempre stato chiamato I coniugi Arnolfini (mentre è l'autoritratto del pittore con la moglie), due secoli dopo il Bernini, con la scusa di rappresentare l'estasi mistica di Santa Teresa e della Beata Ludovica Albertoni, farà la prima «descrizione» nella storia dell'arte di un orgasmo femminile.
E l'erotismo continuerà a occhieggiare nei temi amorosi, che siano le statue maliziose che il libertino Watteau nasconde nel «teatro del mondo» settecentesco o i disegni di Canova, erroneamente classificato pittore mortuario. «Sciocchezze! - esclama Flavio Caroli - basta solo soffermarsi sul tenero erotismo che emana dal morbido marmo di Amore e Psiche». Ma anche il romanticissimo Hayez, quello del Bacio più famoso del mondo, conservava in segreto disegni erotici (recentemente riscoperti), assai più spinti della pur choccante Origine del mondo di Courbet che, osserva lo studioso, «è assai più casta perché dipinta senza alcuna intenzione libertina».
Con Freud e la psicanalisi entriamo nell'epoca dell'amore come tormento, l'eros si accoppia a thanatos nella bizantina Giuditta di Klimt, sfiora la perversione nelle ragazze livide di Egon Schiele, precipita nell'angoscia e nell'orrore delle figure deformate di Bacon, nelle ossessioni di Frida Kahlo.
A chiusura della sua carrellata, Flavio Caroli mette però l'Hanging Heart,il cuore rosso di plastica appeso a un filo dorato del contemporaneo Jeff Koons.

Dopo il tormento e l'estasi, l'arte recupera l'originaria idea giocosa dell'amore? «Forse - conclude Caroli - anche se in chiave un po' consumistica».

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