Economia

Attenti a quei tre: un loro software venduto a Bill Gates

Si tratta del sistema di correzione ortografica in lingua italiana ancora utilizzato nei testi in Word

All’inizio erano in due, poi si è aggiunto il terzo. Tutti col chiodo fisso dell’informatica e tutti giovanissimi, il più anziano aveva 23 anni. E in un garage di Modena si sono dati talmente da fare inventando in un primo tempo programmi di software per il settore ceramico e vendendo in seguito alla Microsoft di Bill Gates quel sistema di correzione ortografica in lingua italiana utilizzato ancora oggi nei testi in Word. Anzi, Stefano Spaggiari, Paolo Lombardi e Marco Varone sono gli unici italiani ad avere venduto del software all’uomo che col software è diventato uno dei più ricchi del mondo. E ormai approdati alle soglie della quarantina, i tre hanno continuato a crescere in quella complessa galassia di tecnologie che danno vita alla cosiddetta intelligenza artificiale. Quella che cerca di riprodurre nei computer il ragionamento umano. Creando alla fine «Cogito», la piattaforma semantica capace di interpretare le informazioni, suddividerle per categorie, renderle disponibili a ricerche locali o via web.
I tempi del Commodore 64. I due della prima ora, mettiamola così, sono Stefano Spaggiari e Paolo Lombardi, figlio il primo di un infermiere, il secondo di un dirigente della Cassa di Risparmio di Modena. I ragazzi sono entrambi modenesi, sono nati tutti e due nel 1966, sono compagni di scuola all’istituto Barozzi. E dopo essere diventati ragionieri programmatori, frequentano insieme anche uno dei primi corsi parauniversitari di informatica. Sono i tempi dei Commodore 64 e degli Spectrum e loro quasi impazziscono per i computer, trascorrono ore al centro di calcolo dell’università per fare pratica, spesso si fermano anche fino a tarda sera. Nell’87 Spaggiari entra poi come analista programmatore alla Popolare dell’Emilia-Romagna, Lombardi fa invece il soldato di leva finendo in un ufficio dell’Accademia militare di Modena. Finché si ritrovano due anni più tardi con la voglia di mettere in piedi una software house ma diversa da quelle già esistenti. Per differenziarsi scelgono il settore ceramico in quanto uno dei più forti distretti della ceramica sorge proprio a due passi da Modena, a Sassuolo, e poi perché i due ragazzi possono fare affidamento sui consigli di Mariano Paganelli che della ceramica è un superesperto.
L’ufficio in sala da pranzo. Nel maggio 1989 nasce così Expert System che ha come ufficio la sala da pranzo di casa Spaggiari prima di traslocare in un garage di via Nobili. Ed il primo pc che comprano è per loro una salassata che ancora ricordano: costava l’equivalente di 6.500 euro.
Mettendo in pratica le idee di Paganelli e utilizzando i soldi di mamme e papà, Spaggiari e Lombardi sviluppano programmi a supporto della ricerca in ambito chimico nel tentativo di trovare formule alternative allo smalto applicato sopra le piastrelle. Formule nuove che diano gli stessi risultati degli smalti esistenti ma con costi inferiori. Ed applicando algoritmi matematici molto complessi, i due arrivano a realizzare un programma innovativo di nome Glazemaster: costa una ventina di milioni delle vecchie lire ma permette un forte risparmio di denaro, qualcosa come un centinaio di milioni. Ed è un programma che sarà poi venduto anche all’estero. Solo che a quel punto i due, che si occupano di tutto, dall’amministrazione alla vendita, non hanno quasi più tempo per la ricerca, quindi hanno bisogno di qualcuno che dia una mano. Anche finanziariamente, in quanto tutti i guadagni sono sempre reinvestiti e nessuno dei due prende uno stipendio.
Arriva il terzo socio. Ecco allora entrare in azienda Marco Varone, 1968, originario di Pavullo e figlio del maresciallo che comandava in quegli anni la stazione dei carabinieri di Castelfranco Emilia. Un ciclone pieno di idee e di entusiasmo questo Marco il quale ha imparato a stare dietro allo schermo di un computer dall’età di 15 anni. Ed è un ciclone anche ambizioso in quanto da sempre ha un’idea fissa: creare un software di respiro nazionale, meglio ancora internazionale, in campi inesplorati dagli esperti informatici. Il settore più interessante viene considerato il mondo degli strumenti a supporto di chi scrive, dai correttori grammaticali al dizionario dei sinonimi. Varone si accorge infatti di una grande opportunità: i prodotti in circolazione, quelli in lingua italiana, sono realizzati all’estero con strafalcioni grandi come una casa. Così i tre decidono di occupare lo spazio di mercato lasciato vuoto. Ingrandiscono il garage abbinandone due e sostituendo le saracinesche con vetrate e lavorano dividendo l’impegno in due turni: dalla mattina sino alle 18 si occupano di ceramica, dalle 18 fino a quando non crollano dal sonno coltivano il sogno nel campo dell’elaborazione del linguaggio. Lavorano spesso anche nei fine settimana, suscitando qualche brontolio tra le fidanzate, coinvolte gratuitamente nella compilazione dei dizionari elettronici, e sollevando molta curiosità tra gli abitanti della zona.
Alla fine del 1993 nasce così Errata corrige, il correttore ortografico e grammaticale automatico. E, dirà Varone, «con gioiosa incoscienza abbiamo provato a venderlo a Microsoft». I tre contattano a Milano la Microsoft Italia che si mostra interessata ma chiede una versione integrata con Word. E per questo motivo li indirizza direttamente alla sede di Redmond, negli Stati Uniti. Dando un mese di tempo. Varone e amici (anzi solo due, in quanto Spaggiari è in viaggio di nozze alle Maldive) si chiudono notte e giorno nel garage riuscendo a mantenere i tempi di consegna. Con i fax che, al di qua e al di là dell'Atlantico, vanno a tutte le ore: in quel periodo, ricorderà Lombardi, «non c’è ancora la posta elettronica. O, meglio, noi non l’avevamo». Lo strumento piace, l’accordo viene stipulato a Dublino presso la sede europea ma il terzetto non diventa ricco. Spiega Varone: «Quando tratti con i colossi non hai molte chance, il prezzo lo fanno loro». Ma Spaggiari e soci sono ugualmente contenti: entrano nel settore con un grande cliente, ancora oggi nell’Office italiano di Microsoft c’è il loro sistema di correzione ortografica.
L’addio alla ceramica. Per Expert System la strada è tracciata. Grazie anche ad una intuizione nata durante un viaggio in auto di dieci ore alla volta di Hannover per la più importante fiera del settore, il Cebit: capire in tempo l’evoluzione del mondo dell’informatica con l’avvento di Internet ed il software ormai regalato con le riviste. Così il terzetto abbandona il filone della ceramica lasciandolo definitivamente a Paganelli nel 1999 e si concentra nell’elaborazione del linguaggio.
Dividendosi un po’ i ruoli (Lombardi si occupa dell’amministrazione, Spaggiari delle vendite, Varone del software), assumendo un po’ di persone (oggi i dipendenti sono una quarantina), trovando una sede più adeguata alla periferia di Modena, facendo entrare qualche nuovo socio (dapprima Matrix, la società del gruppo Seat Pagine Gialle che ha sviluppato Virgilio, in seguito due ex dirigenti Matrix, Paolo Ainio e Carlo Gualandri). E nel 2000 diventa operativo «Cogito», il motore linguistico di ricerca che applica l’analisi grammaticale, logica e semantica a un qualsiasi testo di lingua italiana o inglese. «Una tecnologia unica», sostiene Spaggiari. E a che serve? In base alla struttura della frase e al tipo di parole utilizzate, spiega Varone, «riesce a individuare automaticamente l’esatto significato delle parole. Sembra banale ma in realtà non lo è. Quando faccio una ricerca su Internet o su una banca dati, utilizzo una parola chiave che spesso non è sufficiente. Anzi, quasi sempre ho del materiale che devo scartare. Ma se ho archiviato il materiale in maniera intelligente e se, invece di una parola chiave, posso utilizzare una frase di senso compiuto, ecco che la mia ricerca sarà mille volte più precisa e breve».
È l’uovo di Colombo. Che ha dato vita a una serie di prodotti, dalla ricerca di informazioni alla classificazione dei documenti, dalla selezione mirata di notizie alle gestione integrata delle informazioni per attività di intelligence. E che ha trovato applicazione alla Rcs per la gestione dell’archivio del Corriere della Sera e della Rizzoli, all’Eni, alla Bnl, Telecom, Pirelli, Tetrapak, Virgilio, Libero. E poi alla presidenza del Consiglio e al ministero della Difesa.

Il fatturato è raddoppiato superando i 4 milioni di euro con il 20% di export.
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