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Bruciato nuovo fantoccio della Meloni: odio rosso senza freni

Un fantoccio di cartone con le sembianze del premier è stato bruciato da alcuni manifestanti in serata a Roma. Solo pochi giorni fa un simile episodio. Ma la sinistra continua a tacere

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Un altro episodio gravissimo. Un nuovo inqualificabile gesto d'odio. Nel mirino degli estremisti, ancora una volta, Giorgia Meloni. Un fantoccio di cartone con le sembianze del premier è stato infatti bruciato in serata da alcuni dei manifestanti, circa 1200 in totale, riuniti a Roma in via Monte Bianco per ricordare Valerio Verbano, militante appartenente all'area di Autonomia Operaia ucciso 44 anni fa nella Capitale. Il cartonato dato alle fiamme, secondo quanto si apprende, ritraeva la leader di Fratelli d'Italia con una celtica appesa al collo e una corona in testa. L'oltraggioso gesto è avvenuto nel corso di un corteo "antifascista" accompagnato da slogan pro-Gaza, tra bandiere rosse e palestinesi.

Le immagini della manifestazione, riprese dalla Polizia scientifica, sono ora al vaglio delle autorità. La cerimonia odierna sfociata poi nell'ennesimo caso deprecabile era iniziata attorno alle 18, col sottofondo delle solite esternazioni anti-Israele e con la musica sparata a tutto volume dagli altoparlanti. Tra i brani diffusi, anche quello sanremese di Ghali divenuto motivo di strumentalizzazioni contro il governo. "Casa mia, casa tua che differenza c'è? Non c'è...". L'occasione del ritrovo era appunto la commemorazione di Valerio Verbano, diciottenne attivista di Autonomia Operaia ucciso nel 1980. L'omicidio fu rivendicato sia da formazioni estremiste di sinistra che di destra, ma le indagini privilegiarono la pista del "terrorismo nero". Il processo rimase in ogni caso senza colpevoli.

Guarda caso, il corteo ha assunto modalità antidemocratiche sfociate per l'appunto nel vergognoso gesto del fantoccio bruciato. "Ancora una grave minaccia al presidente del Consiglio arriva dal corteo di autonomi che a Roma ha ricordato Valerio Verbano con il rogo di un manichino che raffigurava Giorgia Meloni. Dopo la mancata condanna al linguaggio triviale che il presidente della Campania De Luca nei giorni scorsi ha rivolto a Giorgia Meloni, ora arriva un altro segnale inquietante", ha reagito il capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera dei deputati, Tommaso Foti, esprimendo "massima solidarietà al presidente Meloni". Poi l'affondo: "Ora le opposizioni rompano un silenzio che puntualmente accompagna gesti e parole inqualificabili che la politica democratica non può assolvere". E anche il vicecapogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera, Augusta Montaruli, ha stigmatizzato l'accaduto parlando di "episodio inaccettabile" e auspicando una "unanime e ferma condanna da parte di tutte le forze politiche". La dialettica politica - ha osservato la parlamentare meloniana "non può e non deve giustificare in alcun modo queste forme di violenza".

L'episodio segna un ulteriore passo avanti nell'escalation dell'odio. Nei giorni scorsi, durante il carnevale a Poggio Mirteto (Rieti), un altro pupazzo con le sembianze del premier era stato dato alle fiamme. A Bologna, su un muro, era invece apparso un messaggio inquietante e minacciosa: "Meloni mangia piombo". Per non parlare della scritta altrettanto esplicita tracciata a Sala Consilina, in provincia di Salerno, sulla vetrina della sede di Fratelli d'Italia: "Meloni appesa". Aveva infine indignato la delirante scritta lasciata da qualche squinternato a Milano: "Meloni assassina di bambini".

Eppure, da sinistra nessuno si era degnato di esprimere solidarietà al premier. I progressisti impegnati a parlare dell'immaginario allarme fascismo non si erano forse resi conto delle violenze partorite dai militanti rossi e anarchici.

Chissà se ora, dopo il grave episodio di Roma, qualcuno avvertirà la necessità di sussurrare una quantomai necessaria condanna.

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