Interni

Il delirio del finto martire Saviano: "La decisione della Rai è politica"

Dopo l'annuncio dello stop del programma previsto in autunno, lo scrittore va su tutte le furie: "A Viale Mazzini non c'è più spazio per fare antimafia"

Il delirio del finto martire Saviano: "La decisione della Rai è politica"

Ascolta ora: "Il delirio del finto martire Saviano: "La decisione della Rai è politica""

Il delirio del finto martire Saviano: "La decisione della Rai è politica"

00:00 / 00:00
100 %

"Hanno elaborato un codice etico che risponde ai desiderata di Salvini". Roberto Saviano commenta la decisione della Rai di non mandare più in onda le quattro puntate del suo programma "Insider": "È una scelta politica". Lo scrittore preferisce - come da pronostico - interpretare il ruolo del finto martire e attacca la scelta annunciata dall'amministratore delegato della televisione pubblica, Roberto Sergio, dopo gli insulti che l'autore di "Gomorra" aveva rivolto continuamente verso Matteo Salvini.

La solita parte del "perseguitato" politico

Saviano ritiene inoltre che non si possano mettere sullo stesso piano il caso odierno che lo ha riguardato con quello che ha visto l'estromissione sempre dalla Rai di Filippo Facci a seguito di un'editoriale su Libero durante il quale era scivolato su una considerazione che riguardava la ragazza che ha denunciato il figlio di Ignazio La Russa. "Facci ha attaccato una persona inerme per difendere il potere. Io ho attaccato il potere. Non vedo molti punti di contatto". E qua lui cade un po' in contraddizione: se Facci facesse veramente parte del "potere", come mai anche lui è stato allora cacciato da questa dirigenza Rai?

A chi gli chiede poi se lui rivendica la definizione di "ministro della mala vità", già al centro di una contesa giudiziaria, lo scrittrore replica: "Ma certo che la rivendico. Ho definito Salvini 'Ministro della Mala Vità' prendendo in prestito questa definizione da Gaetano Salvemini". E anche qua Saviano si dimostra un po' impreciso, visto che fino a pochissimi mesi fa etichettava il ministro dei Trasporti sbagliando il significato dell'espressione che venne citata da Salvemini ("mala vita" veniva scritto infatti tutta attaccato). Per caso lui adesso si considera un epurato? "È una brutta parola: se io sono un epurato questo governo e questa Rai godono di pessima salute". Mica come quei governi e quelle Rai in cui Saviano andava costantemente in onda grazie alle ospitate del suo amico Fabio Fazio.

La sinistra difende Saviano

"È un continuo di decisioni che andranno ad affondare la maggiore industria culturale del Paese, a mortificare migliaia di giornalisti e lavoratori dell'azienda, ad insultare milioni di telespettatori del nostro Paese. Rai di tutto, di più? Assolutamente no, è sempre più simile purtroppo ad una tv di Budapest o di Pyongyang". Nicola Fratoianni, leader della Sinistra Italiana, difende a spada tratta Saviano e se la prende direttamente con il governo sulla scelta assunta dalla Rai; tra l'altro parlando di un "continuo di decisioni" che non esiste proprio, visto che quella annunciata da Sergio è la prima vera soluzione adottata riguardante la cancellazione di un programma e del suo conduttore dopo quella adoperata proprio per Facci.

Il commento di Elly Schlein, poi, si rivela completamente fuori luogo: "Il governo Meloni riesce ad attaccare Don Ciotti da sempre impegnato nel contrasto alla criminalità organizzata e cancellare quattro puntate di Insider (già registrate) contro le mafie di Roberto Saviano come vendetta perché è saltata la striscia di Facci. Ma come si fa? Poi si offendono quando dici che hanno un problema col dissenso e che non prendono sul serio il contrasto alle mafie". Insomma: il governo Meloni non avrebbe a cuore la lotta alla mafia. Andrea Orlando arriva addirittura a chiedere di discutere in commissione Antimafia "della cancellazione da parte dei vertici della Rai del programma sulle mafie di Roberto Saviano: un segnale pericoloso e una scelta inquietante".

L'insulto della Murgia a Facci

Naturalmente non poteva mancare Michela Murgia, reduce dal matrimonio queer di cui Saviano ha fatto parte. "Nessuno era così ingenuo da pensare che avrebbero mai dato una trasmissione nuova a Saviano col nuovo corso fascista in Rai, ma della censura diretta di 4 puntate di una trasmissione antimafia già girata mesi fa a spese dell'azienda". La scrittrice, già che c'è, definisce Facci un "picchiatore verbale che ha insultato la ragazza coinvolta nel caso di Apache La Russa". Le frasi migliori che potevano essere pronunciate su questo caso Saviano sono proprio di Filippo Facci: "Il fatto che abbiano eliminato la mia voce non mi fa essere contento per l'eliminazione di un'altra. Non siamo pari e patta, siamo due voci in meno", commenta così all'Adnkronos il giornalista di Libero. "Se mi proponessero di tornare a patto che torni anche lui? Sì, certo.

Ma anche altri: più voci ci sono meglio è".

Commenti