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"Non spiego le battute". Travaglio rivendica la vignetta-spazzatura

II direttore del Fatto svia le polemiche sulla volgare vignetta di Natangelo. "Non spiego le battute a chi non le capisce". Peccato che quella oltraggiosa "ironia" non abbia fatto ridere nessuno

"Non spiego le battute". Travaglio rivendica la vignetta-spazzatura

A scusarsi non ci ha pensato nemmeno. Sarebbe servito a poco, certo, visto che la volgare vignetta aveva già fatto indignare e discutere oltremodo. Per Marco Travaglio non era necessario farlo: secondo il direttore del Fatto Quotidiano, il rozzo disegno realizzato da Natangelo e pubblicato stamani in prima pagina dal suo giornale era solo "una battuta". Ma sì, una innocente ironia magari priva di qualsiasi malizia. Finissimo humor inglese. E a sbagliare - secondo il giornalista - non è stato chi ha fatto stampare quelle trivialità ma chi invece si è sentito offeso da esse.

Interpellato sulla discussa vignetta che alludeva alla moglie del ministro Lollobrigida, nonché sorella di Giorgia Meloni, Travaglio non ha accennato alcun imbarazzo. Anzi, ha di fatto rivendicato la scelta di pubblicarla e non è infatti entrato nel merito del caso. "Non posso passare il mio tempo a spiegare le battute a chi non le capisce", ha affermato il giornalista all'Adnkronos, evitando così di giustificare quella scelta. Ma, ammesso e non concesso che si trattasse di una semplice "battuta", sta di fatto che a riderne siano stati in pochissimi. Tra quei pochi, il vignettista Vauro. Assai più copiose sono state invece le reazioni indignate per quel disegno degradante nei suoi contenuti.

Altro che battuta. Altro che satira. Quantomeno, Travaglio avrebbe potuto spiegare come si conciliava quella vignetta sessista con le battaglie del suo giornale per i diritti delle donne. Non proviamo nemmeno a immaginare cosa sarebbe accaduto se, a parti inverse, una tale "ironia" (difficile considerarla tale) fosse stata riservata a qualche donna di sinistra o del Movimento Cinque Stelle. Chissà come avrebbe reagito il direttore. Chissà se avrebbe derubricato il tutto come una "battuta" che andava capita e sulla quale non era necessario passare del tempo. Probabilmente no; il solerte giornalista avrebbe scritto un puntuto articolo dei suoi per spiegare che si era oltrepassato il limite della decenza. E che occorrevano almeno delle scuse.

Invece, quando il livore colpisce il centrodestra e i suoi esponenti, tutto viene considerato legittimo. Anche le ironie più grevi.

Dispiace che Travaglio non abbia speso una parole sulle polemiche suscitate da quella vignetta; preferendo invece trascinare il proprio giornale nel gorgo della riprovazione generale.

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