Aziende

Il monito dell’Antitrust su PagoPa: “Irregolare la cessione a Poste, va fatta un’asta pubblica"

Il Garante della Concorrenza: "La cessione del 49% del capitale di una società pubblica dovrebbe rispettare condizioni minimali di trasparenza". Giorgetti: "Interverremo"

Il monito dell’Antitrust su PagoPa: “Irregolare la cessione a Poste, va fatta un’asta pubblica"

Ascolta ora: "“Irregolare la cessione a Poste, va fatta un’asta pubblica", il monito dell’Antitrust su PagoPa"

“Irregolare la cessione a Poste, va fatta un’asta pubblica", il monito dell’Antitrust su PagoPa

00:00 / 00:00
100 %

La cessione di PagoPa a Poste è irregolare, va fatta un’asta pubblica: questo il monito dell’Antitrust al governo. In un documento depositato in commissione Bilancio della Camera in relazione al decreto Pnrr nella parte riguardante PagoPa, il Garante della Concorrenza ha sottolineato che “la cessione del 49% del capitale di una società pubblica dovrebbe rispettare condizioni minimali di trasparenza e non discriminazione a garanzia del mercato, oltre, ovviamente, a massimizzare il gettito per l'erario dello Stato". Entrando nel dettagli, l’articolo 20 del decreto – ai commi 3,4 e 5 – prevede l'ingresso dell'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato S.p.A. (Ipzs) e di Poste Italiane S.p.A. nel capitale sociale di PagoPa S.p.A., decretando dellecriticità concorrenziali.

Nel documento, l’Antitrust evidenzia che la norma di legge presenta alcune criticità concorrenziali“sia su un piano generale, con riferimento alla modalità seguita per la cessione al mercato della società pubblica, sia per le specifiche caratteristiche del soggetto cessionario individuato dal legislatore". Per il Garante, "in una prospettiva di garanzia del mercato e dei diritti degli operatori potenzialmente interessati, l'individuazione del cessionario della quota del 49% dovrebbe avvenire ad esito di un'asta competitiva o comunque di una procedura che valuti e metta a confronto più manifestazioni di interesse".

Creata per consentire il pagamento dei tributi in maniera sicura e veloce, PagoPa godrebbe di un“non replicabile” vantaggio rispetto a qualunque altra piattaforma costituita dai privati. Uno squilibrio competitivo già segnalato da Assoutenti e dall’Abi in una memoria depositata alla commissione Bilancio della Camera. Per l’associazione delle banche, infatti, la cessione della quota di partecipazione a Poste aggraverebbe “le preoccupazioni concorrenziali per gli altri PSP che sono obbligati per legge (art. 65, comma 2 D. Lgs 217/2017) a utilizzare la Piattaforma PagoPA per incassare dalle pubbliche amministrazioni". Intervenuto a margine dei lavori del Senato, il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti ha tenuto a precisare: "L'Antitrust non ha detto no. La sistemeremo".

Il primo partito a prendere posizione è stato il Partito Democratico. In una nota, i deputati dem hanno reso noto di aver presentato un emendamento per sopprimere la contestata norma del decreto Pnrr. Un provvedimento sbagliato, secondo i dem, che presenterebbe “diversi elementi di criticità sia per la contestuale proposta di privatizzazione di Poste sia per le modalità con cui il governo intende operare in assenza di procedure concorsuali”. Secondo il Pd, inoltre, la privatizzazione di Poste e la contestuale cessione di PagoPa rischiano di creare un enorme danno al Paese, da qui l’attacco al governo:“Il governo è interessato unicamente a fare cassa, senza alcuna visione di sistema e con effetti estremamente negativi in termini di concorrenza e protezione di dati sensibili dei cittadini”.

Seguiranno aggiornamenti.

Commenti