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Berlusconi aggredito: "C'è troppo odio"

Aggressione al premier dopo il comizio a Milano. Un uomo, Massimo tartaglia, 42 anni, l'ha colpito al volto con una statuetta: guarda il video. Berlusconi portato al San Raffaele: effettuata la Tac, prognosi 20 giorni. Il referto medico: guarda il video. Folla sotto choc: "Tutta colpa di Di Pietro". Il padre di Tartaglia: "Mio figlio è psicolabile"

Berlusconi aggredito: "C'è troppo odio"

Milano - Aggressione al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi al termine del suo intervento alla festa del tesseramento del Pdl in piazza Duomo a Milano. Il premier stato colpito al volto da un uomo che gli ha scagliato contro con violenza una statuetta del Duomo di Milano. Berlusconi, con il volto sanguinante, ha avuito la forza di alzarsi verso la folla che lo circonfava per rassicurare tutti, poi è stato caricato in auto e trasportato all'ospedale San Raffaele. Il responsabile del gesto è stato fermato e portato in questura e, dopo l'interrogatorio, è stato arrestato.

L'aggressore si chiama Massimo Tartaglia ed ha 42 anni. Come precedenti risulta alla polizia solo il ritiro della patente per motivi di viabilità. Dopo il fatto è stato portato via dalla polizia, che lo ha sottratto alla rabbia della gente, senza profferire parola. Tartaglia è  in cura da 10 anni per problemi mentali al Policlinico di Milano. Lo si apprende da fonti investigative. E' stata convocata nella Questura di Milano la psicologa che l'ha in cura da diversi anni. Secondo quanto risulta in Questura, Massimo Tartaglia non sarebbe legato a nessuna organizzazione antagonista conosciuta. La dinamica dei fatti, peraltro, agli investigatori appare al momento più vicina ad un gesto isolato che ad un tentativo di aggressione organizzato. La Digos ha perquisito la sua abitazione a Cesano Boscone (Milano).

Lavora come grafico Tartaglia lavora come grafico nella ditta del padre e, secondo quanto si è appreso, conduce una vita sociale normale. E' stato lui stesso a dire agli investigatori, che lo sentivano in questura, di essere in cura al Policlinico.

L'arresto Massimo Tartaglia, è stato formalmente arrestato l'interrogatorio tenuto dal procuratore aggiunto Armando Spataro. Le accuse sono di lesioni pluriaggravate dalla qualifica di pubblico ufficiale della parte offesa e dalla premeditazione. Tartaglia, infatti, aveva in tasca un altro souvenir, un piccolo crocifisso, ma soprattutto una bomboletta di spray urticante al peperoncino.

La ricostruzione Sono stati interamente ripercorsi, durante l'interrogatorio in Questura, i momenti dell'aggressione al premier Silvio Berlusconi ad opera di Massimo Tartaglia, il quarantenne con problemi psicologici che è stato dichiarato in stato di arresto. Dalle prime notizie sulla ricostruzione è emerso che Tartaglia si trovava dietro le transenne, un paio di file indietro rispetto alla gente che si accalcava per salutare il presidente del Consiglio. Quando Berlusconi, circondato dalla scorta, si è avvicinato, in particolare a un sostenitore con una bandiera di Forza Italia per stringergli la mano, da dietro la gente è saltato fuori Tartaglia, che si è praticamente inerpicato sulle spalle di quelli che aveva davanti e lanciato il souvenir che ha colpito il premier tra il naso e il labbro. Al momento del lancio, grazie al suo salto, Tartaglia si è trovato quasi faccia a faccia con Berlusconi anche se a una distanza di due-tre metri. Immediatamente dopo è stato bloccato da un uomo della scorta del presidente del Consiglio e da due agenti in borghese del Commissariato Centro, immobilizzato e portato via a forza tra i molti sostenitori di Berlusconi che volevano aggredirlo.

La statuetta Una statuetta del Duomo, una di quelle da regalare come souvenir che si comprano per pochi euro sulle bancarelle accanto alla cattedrale, è questo l'oggetto con cui è stato colpito Belusconi. L'oggetto, raccolto da agenti di polizia, subito dopo che aveva colpito il premier al volto, era di colore chiaro e appariva rotto alla base, dove solitamente c'é un supporto metallico con la scritta "Duomo di Milano". La statuetta è stata subito raccolta da terra e portata via da un agente.

Al San Raffaele Tac e 48 ore in osservazione Perdita copiosa di sangue con lesione lacero-contusa interna ed esterna e due denti lesi, di cui uno superiore fratturato. E' questa la prima diagnosi, che, secondo fonti mediche, è stata fatta al presidente del Consiglio all'ospedale san Raffaele dopo l'aggressione.

"Reagisce con tempra" "Il presidente è apparso ai medici che lo hanno in cura scosso e abbattuto ma sta reagendo con la sua solita tempra". Lo fa sapere dell'ospedale San Raffaele, Paolo Klun, il direttore della comunicazione della Fondazione San Raffaele-Monte Tabor. "Il presidente del Consiglio - ha spiegato - ha subito un trauma contusivo importante al massiccio facciale con una ferita interna ed esterna al labbro superiore. Due denti, uno dei quali in modo serio, sono fratturati". "Il professor Alberto Zangrillo - continuano dall'ospedale - ha ritenuto opportuno effettuare una tac al presidente che ha evidenziato una infrazione dell'elemento osseo del setto nasale (piccola frattura al naso, ndr). Questo ha portato i sanitari del San Raffaele a trattenere cautelativamente il presidente per la notte. La prognosi è di 20 giorni". "Il presidente è apparso ai medici che lo hanno in cura scosso e abbattuto ma sta reagendo con la sua solita tempra". Silvio Berlusconi è ricoverato in una stanza nel reparto solventi che si trova al settimo piano della struttura. Il premier on avrà bisogno di nessuna operazione ma sarà trattenuto in ospedale per almeno 48 ore, ha detto il professor Zangrillo, che è anche primario di anestesia e rianimazione al San Raffaele. "Dal punto di vista clinico - ha spiegato il medico - è tutto tranquillo, ma sarà necessario un periodo di osservazione di uno o due giorni". Il premier, ha proseguito, non ha perso mai conoscenza e non è stato sedato. Dal punto di vista psicologico, ha detto ancora Zangrillo, "mi è parso molto affrancato dall'affetto che l'ha circondato. Lui stesso ha rincuorato i figli che erano molto preoccupati". "Adesso è tranquillo - ha concluso il primario - ma è senz'altro molto amareggiato per quello che è successo".

I figli e amici all'ospedale Marina accompagnata dal marito, Piersilvio, Barbara con il compagno ed Eleonora. E ancora Adriano Galliani, Emilio Fede, il ministro dell'Interno Roberto Maroni, quello del Turismo, Vittoria Brambilla e quello della Cultura Sandro Bondi, il sottosegretario Paolo Bonaiuti e il presidente della Provincia di Milano, Guido Podestà. Insomma, oltre ai suoi figli, un via vai di amici e politici a lui molto legati per esprimergli il calore del loro affetto e la loro solidarietà.

Il premier: "Io miracolato" Così ha detto Berlusconi al direttore del Tg4 Emilio Fede che lo è andato a trovare all'ospedale. "Mi ha detto di sentirsi miracolato - dice Fede - perché un centimetro più su e avrebbe perso l'occhio. Naturalmente è dolorante, gli sono stati somministrati analgesici e non credo proprio - sottolinea Fede - che si tratterà di una cosa di sole 24 ore perché ha la frattura del setto nasale, due denti fratturati, ferite alle labbra". Ma, riferisce il direttore del Tg4 il premier si è detto soprattutto "preoccupato perché c'é una eccessiva atmosfera di violenza. Non è spaventato - precisa Fede - ma preoccupato. Faccio questo mestiere da cinquant'anni ma una cosa del genere, con un capo del governo fatto oggetto di un'aggressione non l'avevo mai vista". Poi l'affondo di Fede sui nemici politici: "D'altra parte - dice Fede - se ecciti alla violenza le piazze... e naturalmente faccio riferimento a Di Pietro mi chiedo come faccia a dire quello che ha detto oggi". Secondo Fede si tratta di un "atto di delinquenza che dovrebbe far riflettere tutti quelli, politici e giornalisti, che a vario titolo hanno fatto certi interventi. Credo che bisognerebbe smetterla e spero che dal male possa magari nascere qualcosa di positivo cioé un rapporto più civile all'interno del confronto politico".

Il padre di Tartaglia "Io, mio figlio, la mia famiglia, abbiamo sempre votato Pd, ma nessuno di noi ha mai avuto odio per Berlusconi". Così ha detto Alessandro Tartaglia, il padre di Massimo, ai cronisti che gli hanno rivolto alcune domande attraverso il citofono. Massimo vive infatti ancora con i genitori in una elegante palazzina nel centro di Cesano Boscone. Il padre ha accettato di parlare brevemente, dopo che carabinieri e digos hanno terminato la perquisizione in casa. "Massimo è una psicolabile, ma non ha mai fatto del male a nessuno - ha mormorato il padre sconvolto - Anzi lui non ha mai fatto neppure politica attiva, è un volontario del Wwf". Alessandro Tartaglia ha raccontato che il figlio è uscito da casa stamattina verso le 11. "Ciao a tutti - ha salutato i genitori - vado a trovare un amica non so quando torno". In casa nessuno ha sospettato nulla. "Se avessi saputo cosa sarebbe accaduto avrei provato a farlo desistere - ha detto il padre - Penso che questo episodio sia maturato dal clima negativo che sta montando in Italia". "In casa nostra abbiamo sempre commentato quello che succede in politica - ha detto ancora Alessandro Tartaglia - ma nessuno, e tanto meno mio figlio, ha mai mostrato un'esasperazione particolare"

La testimonianza di La Russa "Il premier è stato colpito al viso da una persona che sembrava avere in mano un oggetto ed è stata immediatamente fermata": lo ha detto il ministro della Difesa Ignazio La Russa che era a un metro di distanza al momento dei fatti. Berlusconi perdeva sangue dal naso e dalla bocca ed è stato caricato subito sulla macchina dalle sue guardie del corpo. Prima di entrare in macchina ha voluto comunque salire per qualche istante sul predellino della vettura per un rapido saluto ai suoi sostenitori. "L'aggressore - ha detto La Russa ai cronisti, che al momento del fatto erano tenuti a distanza dalle transenne poste immediatamente dietro al palco - l'abbiamo preso immediatamente, grazie alla polizia che l'ha letteralmente sottratto al linciaggio della folla. Se non ci fossero stati loro - ha detto ancora un La Russa visibilmente alterato - ne sarebbero rimasti soltanto pezzetti".

In auto ferito fra due ali di folla:  L'auto con a bordo il premier ferito ha lasciato piazza Duomo, seguita dalla scorta e da numerose auto delle forze dell'ordine con molta lentezza. La piazza infatti era ancora piena di gente, e dopo l'aggressione, ci sono stati momenti di grande concitazione. Tutti volevano avvicinarsi e chiedere cosa fosse accaduto. Palpabile il nervosismo anche tra gli autisti delle varie auto che seguivano quella del premier, tanto che in due occasioni si sono leggermente tamponate tra loro. Ad accompagnare le auto, sulla strada chiusa dalle transenne e da due cordoni di polizia, due ali di folla che continuavano a urlare frasi di incitamento al premier ma anche qualche insulto.

"Tutta colpa di Di Pietro" Dicono tutti di essere scioccati i testimoni dell'aggressione a Silvio Berlusconi oggi in Piazza Duomo, a fianco del palco allestito dietro al Duomo per la manifestazione di tesseramento del Pdl. Il premier stava, infatti, salutando alcuni dei simpatizzanti dando loro la mano quando lo hanno visto accasciarsi. Con lui si trovava Marco Bessetti, un giovane del Pdl, che ha visto il premier "tirarsi indietro". "Sono scioccato, è allucinante - ha detto - perché non solo ho sentito il 'toc' forte ma l'ho visto accasciarsi". "Tutta colpa di Di Pietro", "la galera a Di Pietro" sono alcuni dei commenti della gente". 

La contestazione mentre parlava sul palco Silvio Berlusconi è stato brevemente interrotto da una decina di persone che contestavano mentre sta tenendo il suo discorso. Dai contestatori sono partite alcune grida tra cui "vergogna" e "buffone". "Vergogna, vergogna, vergogna": così Berlusconi ha replicato. "Ci sono alcuni che ci contestano. Noi siamo qui, in campo - si interrompe il premier nel corso del suo intervento - perché noi non siamo come voi, siamo gente libera e vi lasciamo esprimere le vostre idee in un pacato dialogo". Al contrario, dice ancora Berlusconi, "voi vorreste trasformare l'Italia in una piazza urlante, che inveisce, che condanna. Vergogna, vergogna, vergogna". E dalla piazza si alza si alza il grido dei sostenitori del Pdl che rispondono urlando "Silvio, Silvio", sovrastando così le contestazioni.

Bonaiuti: "Era preoccupato dal clima d'odio" "Mentre eravamo in macchina andando da Arcore a Milano per il comizio il presidente Berlusconi mi ha espresso più volte la sua preoccupazione per il clima di odio e di aggressione nei suoi confronti che si registra nel Paese". E' quanto rivela il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Paolo Bonaiuti che è ancora in ospedale con il premier. "Il presidente mi ha espresso più volte questo concetto, e poi qui in ospedale dopo la tac mi ha chiamato chiedendomi di raccontare a tutti i ministri presenti e ai medici quello che mi aveva detto, e cioé che era preoccupato per il clima di violenza. Io - aggiunge Bonaiuti - avevo anche cercato di rasserenarlo ma devo dire che purtroppo aveva ragione.

Questo attacco violento nei confronti del presidente e del nostro partito ci preoccupa e deve preoccupare l'intero Paese".

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