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Berlusconi a Fli: "Chi vota la sfiducia non entrerà mai più nel centrodestra"

Il premier sicuro della fiducia durante la presentazione dell'atrio della stazione Tiburtina: "Il governo non si lascia prendere dalle pazzie politiche che sono in corso". Poi ai deputati di Fli: "Se questi signori dovessero negare la fiducia al governo si consegneranno a un limbo politico perchè non potrebbero mai più rientrare nel centrodestra". Bocchino replica: "E chi lo decide? Lui?". Sono pazzi questi finiani

Berlusconi a Fli: "Chi vota la sfiducia 
non entrerà mai più nel centrodestra"

Roma - Sicuro e senza alcun dubbio. Il governo incasserà la fiducia alla Camera e al Senato e la legislatura andrà avanti fino alla fine. Silvio Berlusconi assicura di voler portare a termine la legislatura senza farsi condizionare da quelle che definisce "le pazzie politiche che sono in corso". E poi l'ultimatum: chi voterà la sfiducia non potrà entrare mai più nel centrodestra. "Il governo non si lascia prendere dalle intemperie, dalle pazzie politiche che sono in corso - ha proseguito -. Siamo sicuri della stima della maggioranza degli italiani e vogliamo portare a frutto questi due anni e mezzo di legislatura che ancora mancano, portando avanti e trasformando in realizzazioni concrete l’esperienza che gli deriva da molti anni di attività governativa".

"Chi vota la sfiducia mai più nel centrodestra" "La crisi non ha nessuna ragione vera se non quella di una fedeltà a un leader che senza apparenti ragioni ha deciso di iniziare un percorso senza futuro", ha detto Berluscono intervenendo telefonicamente a Brescia durante una manifestazione regionale del Pdl. "Se questi signori dovessero negare la fiducia al governo, martedì prossimo, si consegneranno - ha aggiunto il premier - a un limbo politico perchè non potrebbero mai più rientrare nel centrodestra e nel loro futuro ci sarebbe solo una possibilità: quella di allearsi a quella sinistra che hanno sempre sentito come opposta ai loro valori e ai loro principi, che hanno sempre combattuto. Credo che un sussulto di ragionevolezza e di lealtà ai loro elettori, dovrebbe portarli a non esprimere un voto contrario". Immediata la replica di Bocchino: "E chi lo decide, lui? E che Berlusconi ha per caso il brevetto del centrodestra? Il centrodestra non è un marchio Mediaset, ma un’area politica e culturale a cui si appartiene per storia, cultura e valori".

"Speriamo in un ravvedimento" "Siamo in una situazione strana a cui non avevamo mai pensato di potere arrivare. Non avremmo pensato che si verificasse una diaspora al nostro interno", ha proseguito il Cavaliere. "È accaduto e siamo stupefatti - ha aggiunto -. Abbiamo dentro di noi la speranza che il 14, quando i rami del parlamento dovranno votare la fiducia, ci sarà un ravvedimento di queste persone che si identificano in questo nuovo partito. Persone che si dicono onorevoli non possono avere un comportamento che onorevole non è". Poi: "Dai finiani il 14 dicembre ci sarà un soprassalto di ragionevolezza. Sono sicuro che si asterranno piuttosto che consegnarsi ad un limbo politico".

"Mollare sarebbe una diserzione" "Sono una persona onesta". Berlusconi respinge al mittente le accuse di corruzione e ribadisce che di fronte ai "continui attacchi personali", certe volte sarebbe tentato dall’ "abbandonare palazzo Chigi", ma "la responsabilità verso gli elettori e il Paese mi spinge a proseguire nell’attività di governo che ha dato ottimi risultati e a concludere quelle riforme che fanno parte del programma". "I cimiteri sono pieni di persone che non sono indispensabili. Anche io mi ritengo non indispensabile, ma mi sentirei di tradire la fiducia degli italiani se dovessi abbandonare. Sarebbe sentito come una diserzione".

No al governo tecnico "Un governo tecnico non potrebbe fare meglio di quello attuale, perché dovrebbe reiniziare tutto da capo. Ancora peggio sarebbe un governo dato a chi ha perso le elezioni, invece di chi le ha vinte". Queste le parole, secondo quanto viene riferito, del presidente del Consiglio durante l’incontro a Palazzo Chigi con una delegazione del Ppe, guidata dal presidente del gruppo al Parlamento europeo, Joseph Daul. All’incontro erano presenti anche Mario Mauro, capogruppo della delegazione italiana, Saverio Romano, coordinatore del Pid, e l’eurodeputata Roberta Angelilli. "Mi chiedono di dimettermi, ma io non lo faccio perché aprire adesso una crisi al buio sarebbe da irresponsabili. Sto facendo di tutto per tenere insieme il governo - ha aggiunto il Cavaliere agli eurodeputati - serve stabilità e non è il momento di aprire una crisi al buio anche perchè c’è l’euro sotto i riflettori degli speculatori e per difenderlo bisogna farlo tutti insieme con governi stabili".

No al cinismo "Esiste un’Italia positiva che vuole crescere, che è capace di darsi degli obiettivi e di realizzarli" e che "in Europa e nel mondo è apprezzata e ammirata" aggiunge Berlusconi inaugurando l’atrio Pietralata, la nuova stazione di alta velocità di Roma Tiburtina. Un’opera che è conferma di un Paese "capace di risultati che possono sorprendere tutti. L’opera inaugurata oggi ha dello straordinario, rientra in quel magico mondo dell’alta velocità, che accorcia l’Italia, favorisce i collegamenti tra Nord e Sud, riducendo il traffico sulle strade e aumentando la sicurezza per tutti i cittadini. È un passo importante, nonostante tutte le difficoltà che si incontrano" a causa "di una burocrazia pletorica e oppressiva che ci impedisce di realizzare tante opere importanti".

La Russa fiducioso Ignazio La Russa, ministro della Difesa e coordinatore nazionale del Pdl, ha detto che il voto di fiducia in programma martedì in parlamento "è un problema che abbiamo già scavallato". Riferendosi ad alcune dichiarazioni di esponenti del centrodestra di stamattina, La Russa ha ribadito che si tratta di "una questione superata, speriamo sia così". Il coordinatore del Pdl, presentando le iniziative del partito per domani e dopodomani che avranno lo slogan "O fiducia o voto", ha infine sottolineato che "il problema oggi è se il governo sarà di breve durata o fino alla fine della legislatura".

Pannella tiene tutti sulla corda "Noi decideremo alla fine". Così il leader dei Radicali, Marco Pannella, ribadisce la posizione del gruppo dei sei parlamentari che siedono alla Camera sulla mozione di sfiducia. "Visto che non si può votare contro il regime" e considerato che "opposizione e maggioranza sulle principali questioni sono socie, abbiamo l’imbarazzo di come spiegare al paese quello che pensiamo visto che abbiamo zero presenze sui media" dice Pannella in occasione di un suo intervento a Radio-Radio. Secondo Pannella, in Italia, "c’è un monopartitismo in cui le dispute che ci sono, sono come quelle tra camorra e mafia: rubano tutto, sono partiti ladri, la sera rubano assieme e poi la mattina per spartirsi il bottino litigano, per fare scena". Ma, continua Pannella, non è possibile che in un parlamento di "nominati e quindi non liberi" tutto debba dipendere da sei deputati "che hanno una posizione chiarissima. Ma siccome vedono che parliamo con destra e sinistra pensano che cerchiamo favori o quattrini: una cosa che però non è mai accaduta.

In 50 anni di vita Radicale mai nessuno ha messo in dubbio la nostra indipendenza e onestà".

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