Cronaca locale

Dal Brasile al casinò con i soldi della Croce San Carlo, condannato il presidente

Massimo Zuccotti ha patteggiato 3 anni di reclusione per le accuse di truffa e peculato: ha ottenuto rimborsi indebiti dalla pubblica amministrazione. Alla Onlus applicata una sanzione pecuniaria di 26mila euro

Ha patteggiato 3 anni di reclusione Massimo Zuccotti, arrestato il 7 giugno 2010 in qualità di presidente della Croce San Carlo onlus, oggi sciolta in seguito all'inchiesta, per una truffa alla pubblica amministrazione da 2,6 milioni di euro. Il 56enne risponde anche di un peculato da 200mila euro - per aver utilizzato la carta di credito dell'associazione per giocare al casinò di Campione, per alcuni soggiorni in Brasile e per girare soldi sul suo conto personale - nonché di aver raggirato per altri 177mila euro un volontario a cui aveva venduto le quote della onlus che come tale invece non si può vendere. Il patteggiamento è stato accolto dal giudice per l'udienza preliminare Roberto Arnaldi, che ha inoltre ratificato l'accordo di applicazione della pena per la onlus, 26mila euro di sanzione con il divieto di contrattare con la pubblica amministrazione per un anno, imputata in qualità di persona giuridica in base al decreto legislativo 231 del 2001, che impone alle società di dotarsi di modelli organizzativi idonei a prevenire la commissione di reati da parte dei propri dipendenti. Il gup ha infine ordinato la confisca delle ambulanze, delle Mercedes e di tutti i mezzi in dotazione della onlus. Nelle motivazioni del provvedimento, spiega che la responsabilità penale dell'imputato «emerge con chiarezza dalle esaustive e complesse investigazioni svlte dalla Guardia di finanza - Nucleo di polizia tributaria di Milano e compendiate nelle numerose informative in atti». L'inchiesta, coordinata dal pubblico ministero Letizia Mannella, era nata dall'esposto del volontario a cui Zuccotti aveva proposto di entrare in società nella onlus con sede in via Pontenuovo. Solo dopo avergli dato i soldi, il querelante aveva scoperto che le onlus non si possono vendere. In base a quanto ricostruito dai finanzieri con il contributo dei Nas dei carabinieri, Zuccotti si è approfittato dei benefici previsti per gli enti non profit - gli svariati contributi pubblici tra cui il 5 per mille e l'esenzione dalle tasse - pur guadagnando dai servizi resi ai privati. E i presunti volontari, anziché un rimborso spese, ricevevano una vera e propria retribuzione di 3,5 euro all'ora in nero dopo le prime 40 ore di attività non retribuita. Quaranta ore mensili corrispondono al tetto imposto dalla legge per l'attività dei volontari in un ente senza scopo di lucro come la Croce San Carlo. Nel capo di imputazione, il pm contesta a Zuccotti una truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche del valore di 2.635.441 milioni, perché dal 2005 fino all'arresto l'associazione ha ottenuto 242.472,98 euro di sussidi e contributi a fondo perduto, 2.359.969,39 euro per contratti e convenzioni con enti e istituzioni pubbliche e altri 33mila euro dall'Asl di Milano per il servizio di continuità assistenziale e guardia medica effettuato nel 2009 in assenza della relativa convenzione. Gli enti truffati sono oltre alla Provincia, la Regione e l'Asl, anche le aziende ospedaliere Niguarda Cà Granda di Milano e Bolognini di Seriate, in provincia di Bergamo. Nell'ordinanza di custodia cautelare in carcere per Zuccotti, il gip Giuseppe Vanore scriveva che «è evidente che la prassi del lavoro irregolare, realizzata in modo sistematico e consolidato, lungi dall'esaurirsi in una contravvenzione della disciplina giurlavoristica e fiscale, abbia snaturato radicalmente l'ente, facendolo assurgere a schermo per finalità lucrative personali illecite» e che «le condotte appropriative del denaro pubblico» costituiva «di fatto l'unica provvista di denaro per lo Zuccotti e la famiglia». Non fosse soltanto una questione di soldi, Vanore sottolineava un altro dato emerso dalle testimonianze raccolte dalle fiamme gialle: che «molti volontari non sarebbero stati in grado di svolgere interventi neppure basilari di soccorso (come rianimazioni o medicazioni), per non essere stati formati né aggiornati» e altre gravi irregolarità «riconducibili principalmente all'omessa manutezione dei mezzi in dotazione, all'assenza di corsi di formazione» per i volontari e addirittura alla «falsificazione delle bolle relative al trasporto dei pazienti, in relazione al tipo di servizio reso e al chilometraggio effettivamente percorso» per poi chiedere i rimborsi. Se dunque Zuccotti era stato arrestato per truffa aggravata, l'inchiesta ha poi portato alla scoperta dell'utilizzo indebito della carta di credito della Croce per scopi molto personali, quali il gioco e i viaggi all'estero. È stato contestato il peculato e non l'appropriazione indebita, proprio perché in qualità di presidente di una onlus, Zuccotti era incaricato di pubblico servizio.

Inizialmente era indagata anche sua cognata, ma il 55enne si è poi assunto tutta la responsabilità e la posizione della donna è stata archiviata.

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