Il burattino senza fili festeggia 70 anni di bugie

S ettant'anni di bugie colorate e animate, settant'anni di Pinocchio Disney: quello che, per generazioni di bambini in tutto il mondo, è diventato l'icona ufficiale del leggendario personaggio creato da Collodi nel lontano 1883. Ciò che era un eroe della letteratura, burattino senza fili destinato a trasformarsi in un bambino, si è trasformato in un divo del cinema e, da lì, in assoluto protagonista dei media (e del marketing) nel secolo del mercato sempre più globale. Ecco da dove nasce la felice intuizione dell'Atelier Gluck Arte di Milano, nel dar vita alla mostra-evento «10, 100 1000 volte Pinocchio», che cala in città in perfetta sinergia con la pubblicazione home video (dvd e blu-ray) del classico Disney 1940 «Pinocchio». Una festa espositiva in onore del burattino più famoso del mondo, capace di raccogliere una mole impressionante di materiale: edizioni rare, gadget, giochi antichi e moderni, fumetti, curiosità, dischi, figurine, abiti di scena, manifesti, giornali, film, incontri, regali, e dunque un passaggio imprescindibile per i collezionisti: dall'1 al 4 aprile, l'Atelier Gluck (ingresso libero, info 331.9963519) spiegherà ai milanesi le mille e una interpretazioni che in più di cento anni hanno dato volto e anima al mito di Pinocchio. L'eroe (o meglio, antieroe, destinato a sbagliare e maturare) il cui libro omonimo è il più tradotto al mondo insieme alla Bibbia e al Corano. La mostra conta su tre collezioni storiche: quella cartacea della Fondazione Franco Fossati, quella privata di Fabrizio Lorenzoni (4500 pezzi) e quella creativa della ditta Bartolucci, una storica falegnameria specializzata da più di un quarto di secolo nella produzione di Pinocchi in legno. I Pinocchio-fan potranno ammirare oggetti come le prime copie del «Giornale dei Bambini» - la testata che a partire dal 1881 pubblicò per la prima volta la favola di Collodi - e le diverse visioni del mitico burattino firmate da Jacovitti, Galep, Mussino. Suggestive anche le fotografie di scena dallo sceneggiato di Luigi Comencini, provenienti dalla collezione Andrea Balestri (lo storico interprete del film, ospite d'onore in mostra il 4 aprile, ore 15.30), così come le edizioni in latino e in dialetto (in toscano, ma anche in calabrese) della storia collodiana. Tra i dischi, l'album «Burattino senza fili» di Edoardo Bennato e le varie colonne sonore, e una galleria sterminata di Pinocchi snodabili. Il curatore artistico della mostra, Enrico Ercole, sfodera il sorriso più soddisfatto: «Questa mostra-evento - spiega - sarà un'occasione per festeggiare non solo il Pinocchio Disney, il cui volto è diventato quello ufficiale, ma il mito del burattino di legno in più di un secolo. Usato e talvolta abusato, come ad esempio nel 1925 quando il regime fascista ne fece un simbolo di propaganda pro-bellico: Pinocchio convinceva i bambini ad assumere eutrofina per crescere e andare in guerra! In mostra ci saranno anche due Pinocchi da par condicio, uno col volto di Prodi e uno con quello di Berlusconi. Ma Pinocchio aveva già incontrato Nenni, come si vedrà nella mostra. Il pubblico scoprirà la vera storia di Collodi, e resterà stupito dallo svanire di molti luoghi comuni. Quali? Mangiafuoco non era cattivo: ad ascoltare la storia di Pinocchio si commuove, e per nasconderlo finge di starnutire, e gli regala persino dei soldi. Un'altra? Non è vero che il naso di Pinocchio si allunga quando dice le bugie, ma quando si emoziona. E siccome quando si mente ci si emoziona, ecco spiegato l'allungamento. Pinocchio è una storia attualissima, di altissimo valore pedagogico, nonché lo specchio dei vizi e virtù italiani. Chi sono il Gatto e la Volpe se non Wanna Marchi e figlia? Chiedono soldini da piantare nel Campo dei Miracoli. È il libro più tradotto al mondo ma meno letto, questa è la verità. La mostra, dunque, gli fa giustizia».


A margine dell'esposizione, sabato 4 aprile, l'Atelier Gluck si ospiterà l'incontro «Pinocchiando - Parlando di Pinocchio»: tra gli ospiti il già citato Andrea Balestri, la piscologoa e terapeuta Maria Rosaria Mancinelli (tema: le bugie dei bambini e degli adulti), Giorgio Moretti, proprietario della casa di Carlo Lorenzini alias Collodi, il pittore fiorentino Silvano Picchi, specializzato in opere ispirate a Pinocchio e un'esibizione della cantante Laura Susan, insieme ai piccoli coristi del Coro Anghleion Green di Nembro, che interpreteranno la canzone «Pinocchio non lo fare», appositamente scritta dalla Susan per la mostra.

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