Politica

Caos rifiuti in Campania Assessore di Bassolino indagherà su Bassolino

Il diessino Roberto Barbieri era nella giunta comunale guidata dall’attuale governatore: ora dovrà verificarne l’operato

Vincenzo Pricolo

da Milano

Quando il controllore è molto amico del controllato dubitare del controllo è logico. Come prevedere che in una banca del sangue gestita da Dracula le riserve siano costantemente a rischio. Nei giorni scorsi la commissione parlamentare di inchiesta sui rifiuti ha eletto il suo presidente nella persona di Roberto Barbieri, senatore ds ex responsabile per il Mezzogiorno della segreteria della Quercia ed ex assessore alle Risorse strategiche del Comune di Napoli nella giunta guidata da Antonio Bassolino.
E l’organismo con il quale le Camere hanno deciso di indagare sul ciclo dei rifiuti e le attività connesse si dovrà occupare in modo particolare, se non esclusivamente, di ecomafie, cioè delle organizzazioni criminali che partecipano proficuamente alla gestione delle immondizie di varia natura, e dell’ultima grave emergenza rifiuti che ha investito nei mesi scorsi gran parte della Campania, regione governata dall’ex sindaco di Napoli che dal 1999 al 2003 è stato anche commissario ai rifiuti.
In Campania, dove smaltire un chilo di spazzatura costa 0,077 euro, si producono ogni giorno circa 7.250 tonnellate di rifiuti solidi urbani, il 60 per cento delle quali proviene dalla provincia di Napoli. Ma nonostante il miliardo e 300 milioni di soldi pubblici spesi per finanziare l’attività dei vari commissari straordinari che, forti dei poteri speciali concessi loro dal governo, si sono confrontati con la questione negli ultimi 12 anni, di impianti adeguati non ne sono stati costruiti e nelle scorse settimane in alcune aree del Napoletano e del Salernitano l’immondizia è rimasta giorni e giorni nelle strade. E intanto la magistratura campana indaga per individuare il confine fra il lecito e l’illecito in un’area che sembra un Far west da tutti i punti di vista: istituzionale, organizzativo, economico, tecnico e giudiziario. Solo la Regione per la gestione e il riciclaggio della spazzatura ha costituito 18 consorzi con 2.400 dipendenti che finora sono stati, per usare un’espressione eufemistica, largamente sottoutilizzati.
Ecco perché l’elezione di Barbieri alla presidenza della Commissione parlamentare d’inchiesta appare quanto meno inopportuna. D’altra parte, appena insediato nel nuovo incarico, l’ex assessore alle Risorse strategiche del Comune di Napoli ha promesso che sotto la sua guida la bicamerale lavorerà «per affiancare e sostenere in primo luogo le strutture e gli enti locali che sono in prima linea nell’affrontare le situazioni più critiche e la presenza delle ecomafie». Per poi aggiungere che «al tempo stesso, insieme a tutta la commissione, ci impegneremo con determinazione per verificare la correttezza e l’efficacia degli interventi messi in atto dalle pubbliche amministrazioni».
Insomma, lo stesso Barbieri ha annunciato che alternerà il bastone e la carota. Lasciando intendere, però, che i compiti che considera primari sono l’affiancamento e il sostegno a chi si deve occupare di rifiuti. Quindi, più carota che bastone.
E al netto del fair play istituzionale, il messaggio che all’ex assessore di Bassolino arriva dall’opposizione è chiaro.

«Sono certo - ha detto il deputato di Forza Italia Paolo Russo all’indomani della nomina del presidente della commissione - che il senatore Barbieri svolgerà il mandato senza fare sconti a nessuno, caratterizzando il proprio operato, non solo attraverso l’individuazione delle criticità e delle eccellenze, ma anche e soprattutto fornendo soluzioni concrete alle spinose questioni che riguardano i rifiuti e l’ambiente». Traduzione: attenzione a non essere troppo indulgente con coloro che hanno operato male, non ci provare.

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