Politica

Carabiniere ucciso al posto di blocco Investito da automobilista ubriaco

L’appuntato lascia una moglie e due figli. Il pilota accusato di omicidio colposo

Alessandra Vaccari

da Verona

Ucciso da un automobilista ubriaco mentre era in servizio di pattuglia proprio per controllare che non ci fossero automobilisti in stato d’ebbrezza alla guida. Beffardo destino quello dell’appuntato scelto Ciro De Vita, 47 anni. Una moglie e due figli che adesso lo piangono.
Il militare è morto ieri mattina alle 3.30 a Lugagnano di Sona, un piccolo comune che confina con la città. De Vita lavorava nella stazione di Sommacampagna. Per anni con i colleghi è stato impegnato a controllare le strade che portano anche verso il lago di Garda, particolarmente trafficate nei fine settimana. Per anni ha multato e ritirato patenti ad automobilisti ubriachi.
Il militare ieri mattina era fermo sul ciglio della strada di fianco a una Bmw il cui conducente era sceso per recuperare i documenti da fornire al carabiniere, dal bagagliaio posteriore. Da dietro è arrivata una Kia, condotta dal veronese Alessandro Malerba, 24 anni. Il giovane residente a pochi chilometri di distanza dal luogo dell’incidente ha centrato il carabiniere scaraventandolo a una trentina di metri di distanza. Di Vita è morto poco dopo l’arrivo dei soccorritori. Malerba, che si è fermato dopo una trentina di metri, è stato denunciato per guida in stato d’ebbrezza e omicidio colposo. La sua auto sequestrata. Ferito e sottoposto a intervento chirurgico anche il proprietario della Bmw, Bruno Celli, 31 anni, sempre di Lugagnano. Le sue condizioni non destano preoccupazione.
De Vita, originario di Napoli, abitava a Verona da una ventina d’anni. Era arrivato come carabiniere a cavallo destinato ai servizi in Arena, dopo il servizio in Aspromonte a cercare latitanti e rapiti. Aveva conosciuto la sua futura moglie, Fernanda Frassoni che aveva sposato pochi mesi dopo il trasferimento e da cui aveva avuto due figli che oggi hanno 11 e 16 anni. Per i carabinieri di Verona la notizia della morte di De Vita è un lutto che si aggiunge alla preoccupazione per il maresciallo Enrico Frassanito, figlio dell'ex comandante della stazione carabinieri del capoluogo scaligero, gravemente ferito a Nassirya nell'attentato del 27 aprile scorso. Soltanto una settimana fa, sempre a Verona, un romeno ubriaco aveva investito e ucciso due giovani che viaggiavano in moto.

L’immigrato aveva percorso parecchie centinaia di metri contromano prima di terminare la sua folle corsa contro la Ducati Monster su cui viaggiavano i fidanzati.

Commenti