Ciclismo

Ciclismo, dietrofront sui "caschi spaziali": cosa succede

Gli avveniristici caschi utilizzati alla Tirreno-Adriatico potrebbero essere vietati o modificati secondo il regolamento dell'Unione Ciclistica Internazionale: ecco cosa può succedere e la risposta stizzita di un'azienda produttrice

Ciclismo, dietrofront sui "caschi spaziali": cosa succede

Ascolta ora: "Ciclismo, dietrofront sui "caschi spaziali": cosa succede"

Ciclismo, dietrofront sui "caschi spaziali": cosa succede

00:00 / 00:00
100 %
Tabella dei contenuti

Hanno destato curiosità e interesse i "caschi spaziali" apparsi per la prima volta al pubblico italiano nella crono della Tirreno-Adriatica vinta dal ciclista spagnolo Juan Ayuso che ha preceduto di un secondo il nostro Filippo Ganna. Questa volta, più che dalla gara in sé, a prendersi la scena sono stati questi caschi avveniristici capaci, grazie alla loro aerodinamica, di far risparmiare anche 10-15 secondi ai corridori in competizioni come la crono. Non è detto, però, che potranno essere più indossati dagli atleti viste le perplessità comunicate nelle ultime ore dall'Unione Ciclistica Internazionale (Uci) che ha acceso i fari sul tema legato alla sicurezza.

La posizione dell'Uci

"L'Uci effettuerà un'analisi approfondita delle norme che regolano la progettazione e l'utilizzo dei caschi da cronometro": inizia così il comunicato stampa che mette subito in luce un aspetto che inseguono tutti i team di professionisti e produttori. "La costante ricerca di prestazioni migliorate e l'attenzione sempre crescente ai dettagli", porta le azienda a "sviluppare le proprie attrezzature sempre più spesso e con design sempre più radicali". A essere sotto la lente d'ingrandimento è un componente dei caschi TT5 prodotti dall'azienda americana Specialized, che hanno dimensioni uniche con un design innovativo.

Qual è stato il responso

Per questa ragione, l'Uci ha fatto sapere di aver avviato una revisione "per determinare se il casco era in linea con l'articolo 1.3.033 del Regolamento UCI, che vieta l'uso di componenti 'non essenziali' che non siano esclusivamente destinati all'abbigliamento o a fini di sicurezza". In questo caso, dopo aver analizzato in maniera approfondità tutta la documentazione relativa alla nuova tipologia di casco, "si è concluso che il calzino è un componente 'non essenziale' (articolo 1.3.033 del Regolamento Uci). Di conseguenza, il calzino integrato nel casco TT5 non sarà più consentito per l’uso negli eventi del calendario internazionale Uci, a partire dal 2 aprile 2024".

caschi ciclismo

Il tema sulla sicurezza

L'Uci ha sollevato la stessa questione anche sui caschi prodotti da Giro Sport Design e utilizzati dal Team Visma|Lease a Bike per la Tirreno-Adriatico ma anche sui caschi Rudy Project Windgream HL 85 (usato da Bahrain Victorious) e quelli prodotti da Poc Tempor e utilizzate da più team. "L'Uci riconosce che, sebbene ciò possa non contravvenire direttamente ai regolamenti Uci esistenti, solleva una questione significativa riguardante l'attuale e più ampia tendenza nella progettazione dei caschi da cronometro, che si concentra più sulle prestazioni che sulla funzione primaria di un casco, vale a dire garantire la sicurezza di chi lo indossa in caso di caduta".

"Siamo sconcertati"

Alla luce di tutto quanto, l'Unione ha concluso il suo intevento spiegando che verranno riviste le proprie regole sulla progettazione e l'utilizzo dei caschi nella gare. Non si è fatta attendere la risposta da parte di un responsabile dell'azienda Specialized che, al Corriere, ha sottolineato che questi caschi sono già stati autorizzati e utilizzati da ben 18 mesi "e abbiamo speso grandi risorse per sviluppare il prodotto con i corridori.

Siamo sconcertati".

Commenti