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I genitori separati e le ferie all'estero coi figli: ecco cosa dice la legge

Per evitare attriti, i genitori separati o divorziati che si recano in ferie all’estero coi figli devono osservare alcuni principi sanciti dalle leggi. Ecco cosa sapere e come comportarsi in caso di problemi

I genitori separati e le ferie all'estero coi figli

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Separazioni e divorzi sono in aumento in Italia, come mostra il grafico sotto. Per quanto il tasso di divorzi consensuali sia prossimo al 70%, i casi di dispute tra ex coniugi non sono rari, soprattutto quando la coppia ha avuto figli.

Tra i tanti problemi che possono insorgere, ci sono anche quelli legati alla volontà di uno degli ex coniugi di portare i figli minori all’estero per le ferie. Prima di esaminare questo aspetto, è utile anticipare che affinché ciò sia possibile serve, per principio almeno, l’accordo di entrambi i genitori.

Anche nel caso in cui il minore dovesse necessitare di un passaporto – tipicamente per i viaggi extra europei – questo verrebbe rilasciato soltanto con le firme di entrambi i genitori. Questo il quadro generale il quale, scendendo più in profondità, comporta degli obblighi del genitore che va in ferie con i figli.

Gli obblighi di chi va in ferie coi figli

I viaggi con i figli all’estero sono disciplinati dalle norme sull’espatrio di minori e questo vale sia per chi è separato e per chi è divorziato e che, pure avendo l’affidamento esclusivo, deve informare l’altro genitore dell’imminente viaggio.

Le uniche eccezioni sono costituite da decisioni del giudice il quale, per esempio, può vietare in modo esplicito a un genitore di recarsi all’estero coi figli oppure può sancire che un viaggio sia fatto anche senza il consenso dell'ex coniuge.

Per i viaggi all’interno dell’Ue è sufficiente che il minore abbia una carta di identità mentre, per i viaggi extra Ue, è necessario il passaporto che – come detto sopra – viene rilasciato dietro espressa richiesta firmata da entrambi i genitori.

Se uno dei due è impossibilitato a presentarsi fisicamente presso il commissariato o la questura, può delegare un terzo fornendogli una fotocopia del proprio documento di identità e una dichiarazione scritta per il consenso all’espatrio, da fornire in due copie firmate di proprio pugno. I genitori extracomunitari che non si trovano in Italia devono invece recarsi presso l’ambasciata italiana del Paese in cui vivono.

Gli obblighi di comunicazione e i problemi più ricorrenti

Stabilito che, laddove un giudice non abbia statuito altrimenti, un genitore può portare i figli all’estero avvertendo l’altro genitore, questo non commette un illecito penale se non precisa il luogo esatto (con tanto di indirizzo) in cui porta i figli. Ciò non significa che sia un atteggiamento poco incline alla collaborazione tra ex coniugi e può essere sottoposto all’attenzione di un giudice affinché cambi il regime di affido del minore, penalizzando di fatto il genitore che si è mostrato restio a fornire informazioni dettagliate.

Può anche succedere che uno dei genitori non voglia firmare per dotare il figlio di un passaporto e, anche in questo caso, è compito del giudice ascoltare le parti per comprendere le ragioni del divieto e decidere come risolvere la questione.

Le spese per le ferie

Anche questo è un argomento di dibattito tra genitori, spesso deviati dall’obbligo di entrambi di provvedere ai viaggi di studio all’estero, considerati al di fuori dell’assegno di mantenimento e quindi a carico del 50% ognuno.

Il genitore che porta il figlio in ferie all’estero ha l’obbligo di pagare di tasca propria, anche se accordi contrari tra ex coniugi non sono ostacolati dalla legge.

A scanso di equivoci, è bene sottolineare che il genitore cui spetta l'obbligo di versare l’assegno di mantenimento non può astenersi dal farlo anche se non ha potuto vedere i figli perché in ferie con l’altro genitore.

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