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La leadership femminile non è solo «quote rosa»


Il gotha delle donne ai vertici dell’economia prepara un manifesto in 10 punti che integri la legge Golfo Mosca

La leadership femminile non è solo «quote rosa»

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Un convegno per parlare di leadership al femminile. Sul palco una concentrazione di figure mai vista prima: amministratori delegati, chief executive officer, presidenti e direttori generali donne che hanno raccontato la propria esperienza, le difficoltà incontrate durante il percorso fino all’apice della carriera, e il loro contributo per creare opportunità perché i talenti femminili possano emergere all’interno delle aziende o degli enti che guidano. Sull’onda del successo del format televisivo «W Leadership - La Leadership al femminile» in onda su Class Cnbc (Sky 507) si è deciso di andare «sulla strada», aprirsi a un pubblico più ampio per stimolare una riflessione collettiva e suscitare quel cambiamento di mentalità che è alla base di ogni rivoluzione. Obiettivo: stilare un manifesto in dieci punti da proporre alle istituzioni sulla parità di genere nel mondo del lavoro, magari per arrivare a una legge che vada oltre la Golfo Mosca sulle quote di genere. Così se il 43% delle donne siede nei consigli di amministrazione delle società quotate, un gran risultato, se si pensa che Banca d’Italia aveva pronosticato che ci sarebbero voluti 50 anni per raggiungerlo, solo il 2% è amministratrice delegata e il 4% è presidente, secondo dati del 2023 della Consob. Questa situazione è prevalente nelle società quotate, mentre altrove, specialmente nelle Pmi italiane, la presenza femminile è minima. La stessa Lella Golfo, prima firmataria della legge e attuale presidente della Fondazione Belisario, parla della norma come di un «antibiotico necessario» per sfondare un tetto di cristallo, ma che deve essere «necessariamente temporaneo». Per Marilisa D’Amico, prorettore dell’Università Statale di Milano «le quote non bastano e la legge va superata. Lo Stato riconosce il valore delle donne nominando Margherita Cassano presidente della Corte di Cassazione, così da settembre 2022 Giorgia Meloni è la prima donna presidente del Consiglio. Ora bisogna fare un lavoro capillare contro il pregiudizio per promuovere un cambiamento culturale». Il presidente del Tribunale di Milano Roia durante la cerimonia di insediamento ieri si è scusato con la moglie, il giudice e presidente di sezione Adriana Cassano Cicuto, che ha dovuto cambiare ruolo per incompatibilità con il marito. «L’auspicio, come ha detto lo stesso Roia - ha continuato D’Amico - è che in un momento prossimo si possa dire e fare il contrario». Le conduttrici Giulia Pessani e Jole Saggese hanno poi sollecitato Silvia Rovere, presidente di Poste Italiane, per la quale «la famiglia e la scuola sono le due grandi istituzioni dove qualcosa deve ancora cambiare». Cristina Scocchia, ad di Illy, ha lanciato una «pubblicità progresso» per accendere i riflettori sul tema, mentre per Alessandra Ricci (ad di Sace) è necessaria una legge sulla genitorialità, sul modello spagnolo.

Per quanto riguarda Poste «sul piano industriale ci sono incentivi per il management: imponiamo una certa quota di partecipazione femminile per i ruoli, ma anche un numero minimo di candidature che permette di vedere il talento femminile - ha spiegato Rovere - significa avere un panel di talenti tra cui scegliere, ma significa anche aver lavorato per costruire le carriere».

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