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Stangata pasta, ma non tutte le città costa uguale: ecco dove è più cara

Il prezzo più alto si registra a Pescara. Ridotta del 60% la produzione di grano a causa dei disastri climatici

Stangata pasta, ma non tutte le città costa uguale: ecco dove è più cara

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Il pericolo di uno tsunami economico è dietro l’angolo a causa dell’aumento del costo della pasta dovuto alla crisi russo-ucraina. A questo proposito Assoutenti grazie ai dati forniti dal Mimit, il ministero dell'Industria, del Commercio e dell'Artigianato, ha stilato una classifica dedicata alle città italiane che analizza i luoghi in cui uno tra i prodotti più consumati nel Belpaese costa di più.

L’allarme di Assoutenti

L'allarme sul caro pasta è stato lanciato da Assoutenti, l’associazione che si occupa di tutela dei consumatori. L’ente ha individuato le cause nella situazione critica dell'export alimentare dall’Ucraina verso l'Italia e gli effetti devastanti che questa crisi potrebbe causare sulle tasche delle famiglie del Belpaese. La decisione della Russia di bloccare l'accordo Onu per l'esportazione di prodotti alimentari, i raid che hanno distrutto 60mila tonnellate di grano e il crollo della produzione agricola fino al 60% a causa degli effetti del clima, minacciano di scatenare uno dei rincari più importanti del prodotto.

La classifica

La situazione più critica si riscontra a Pescara, dove il prezzo medio è di 2,50 euro al chilogrammo. Seguono Cagliari, Genova e Macerata con 2,37 euro al chilogrammo, mentre Venezia, Ravenna, Forlì, Modena e Pordenone si attestano intorno ai 2,30 euro al chilogrammo. Dall'analisi emerge anche la città più economica per quanto riguarda il costo della pasta, ovvero Cosenza, dove il prezzo medio è di 1,47 euro al chilogrammo. Seguono Benevento, Palermo, Catanzaro e Siracusa con prezzi che variano tra 1,48 e 1,54 euro al chilogrammo.

La spesa delle famiglie

Il presidente di Assoutenti, Furio Truzzi, mette in evidenza il rischio di un aumento dei prezzi al dettaglio per i prodotti derivati dal grano, che potrebbe determinare un incremento della spesa per le famiglie italiane. Secondo i dati dell'associazione, un nucleo familiare di quattro persone spende in media 1.320 euro all'anno per pane e cereali. Se il prezzo dei prodotti derivati dal grano aumentasse del 10%, la spesa annua delle famiglie crescerebbe di 132 euro a causa dei costi diretti. Truzzi offre un esempio specifico: attualmente il prezzo della pasta si aggira intorno ai 2,09 euro al chilogrammo, ma in caso di incremento dei prezzi del grano salirebbe a una media nazionale di 2,29 euro al chilogrammo.

Analogamente, il prezzo del pane, che ora è di circa 3,90 euro al chilogrammo, aumenterebbe fino a 4,30 euro al chilogrammo.

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