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Pensioni di invalidità, assegni e parametri: cosa cambierà nel 2023

Agli attesi incrementi, conseguenza della rivalutazione annuale, potrebbe aggiungersi l'ampliamento della platea dei beneficiari

Pensioni di invalidità, assegni e parametri: cosa cambierà nel 2023

Importanti variazioni in arrivo dal prossimo anno per quanto concerne le pensioni di invalidità civile. Essendo anch'esse soggette a rivalutazione annuale sulla base dell'inflazione, verrà infatti ritoccato l'importo dell'assegno. Non solo, dato che subiranno delle modifiche anche i parametri reddituali richiesti a chiunque voglia beneficiarne, laddove previsti.

Vista la recente impennata dell'inflazione, che ha comportato un tasso di rivalutazione del 7,3%, si registrerà infatti un sensibile incremento degli importi. Col contestuale innalzamento dei limiti reddituali, inoltre, saranno più numerosi i contribuenti a cui verrà concessa la facoltà accedere a suddette prestazioni assistenziali.

Gli aumenti

Per comprendere a quanto ammontano gli aumenti, tuttavia, è bene fare una considerazione che riguarda anche le normali pensioni. Anche se il tasso di indicizzazione riconosciuto per il 2023 è del 7,3%, sono da valutare innanzitutto gli anticipi delle rivalutazioni, beneficiati a partire da ottobre 2022. Tramite il dl Aiuti-bis, infatti, il governo Draghi era intervenuto per anticipare di qualche mese suddetta rivalutazione, determinando l'incremento del 2% per tutte le prestazioni previdenziali/assistenziali con importo lordo mensile inferiore ai 2.692 euro. Una misura che ha incluso quindi anche quelle di invalidità: l'incremento già riconosciuto, pertanto, andrà sottratto dal tasso di rivalutazione del 7,3%. Considerando un 2% già goduto, quindi, tali prestazioni beneficeranno di un aumento del 5,3%.

C'è comunque da aggiungere un dettaglio non di secondo piano. Per avere compiutezza del tasso definitivo di rivalutazione sarà necessario aspettare i primi mesi del 2023: nel caso in cui esso fosse più elevato rispetto a quello già prospettato del 7,3%, a partire dal 2024 sarà effettuato l'eventuale conguaglio, comprensivo del pagamento di tutti gli arretrati (relativi alla differenza tra quanto spetterebbe realmente e quanto già erogato) per ogni mensilità.

Parametri reddituali

Per alcune specifiche prestazioni non è previsto alcun limite di reddito: le prestazioni spettaranno, a prescindere dalla condizione economica del beneficiario, per l'indennità di accompagnamento (in favore di inabili e ciechi assoluti), per l'indennità speciale in favore di ciechi civili parziali, per l'indennità di comunicazione e per la pensione riconosciuta ad affetti da talassemia, morbo di Cooley, e drepanocitosi.

Laddove previsto, il tetto reddituale viene calcolato ogni anno esattamente come accade per gli importi. Il limite fissato nel 2022 per beneficiare di pensione d'invalidità civile parziale, indennità di frequenza e indennità di frequenza per minori ipoacusici è di 5.010,20 euro: la platea potrebbe ampliarsi dal prossimo anno con un probabile incremento della soglia fino a 5.375,94 euro.

Dovrebbe salire dagli attuali 17.271,19 euro fino a 18.531,98 euro il tetto per beneficiare della pensione per invalidi assoluti, di quella per ciechi civili parziali e assoluti e di quella speciale per sordomuti.

La conferma definitiva di tali dati arriverà tuttavia dopo specifica circolare da parte dell'Inps, attesa a breve.

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