Cronaca giudiziaria

"Non pulisci mai casa, pensi solo al lavoro". Operaio maltratta la moglie manager

Il matrimonio è finito in tribunale. Le accuse della donna al marito: "Minacciava di ammazzarmi, diceva che non facevo abbastanza". Lui si difende: "Mai detto, se ne fregava della casa e della bambina"

Lei top manager, lui operaio: "Non pulisci casa, pensi solo al lavoro". E maltratta la moglie

Ascolta ora: "Lei top manager, lui operaio: "Non pulisci casa, pensi solo al lavoro". E maltratta la moglie"

Lei top manager, lui operaio: "Non pulisci casa, pensi solo al lavoro". E maltratta la moglie

00:00 / 00:00
100 %
Tabella dei contenuti

È finito in tribunale, con l'ipotesi di reato per maltrattamenti aggravati, il matrimonio tra una top manager e un operaio del Torinese. La donna sostiene di essere stata aggredita, non solo verbalmente, dall'ormai ex marito: "Mi accusava che avevo in testa solo il lavoro, che la casa era uno schifo e che non lo supportavo abbastanza". E poi: "Minacciava di ammazzarmi se avessi portato via la bambina, mi disse che mi avrebbe tagliato la gola". Lui si difende - "mai detto che l'avrei uccisa", dice davanti ai giudici del Tribunale di Torino - ma non nega che le discussioni scaturivano anche per via delle faccende domestiche. "Venivo trattato come un operaio di m.... - spiega -lei parlava solo di lavoro, ma se ne fregava della casa e della bambina, non parliamo del marito".

Il matrimonio

Una storia d'amore, quella tra la top manager e l'operaio di una fabbrica di provincia, finita male. Anzi, malissimo. Come riporta il Corriere della Sera, i due si erano conosciuti nel 2007 durante una serata in discoteca. "Una bella relazione, non ho visto segnali sbagliati", racconta la donna rispondendo alle domande del pubblico ministero Barbara Badellino. Cinque anni dopo la coppia convola a nozze "nonostante alcune incomprensioni, per problematiche di soldi". Segue l'acquisto di una casa: "Decidiamo di fare un mutuo, poi di estinguerlo, - puntalizza lei - con un finanziamento dato da sua madre". Ma l'idillio ben presto finisce.

L'inizio delle discussioni

I problemi, ricorda la donna, arrivano con la nascita della bambina: "Fu un periodo un po’ difficoltoso, ho un lavoro importante, e stavo per essere promossa". A inizio 2019, lui ha qualche problema con azienda in cui lavorava e viene messo in cassa integrazione, mentre la carriera di lei decolla. Così cominciano le prime discussioni "per questioni di carattere economico". Già in precedenza, secondo l'accusa, ci sarebbe stata un aggressione: "Eravamo in macchina insieme, tornando dalla casa dei genitori, e mi tirò un pugno sulla gamba. - riferisce la quarantenne ai giudici prima sezione penale - Feci denuncia, ma dopo due settimane la ritirai, perché si era sentito in colpa".

I presunti maltrattamenti

La situazione degenera quando la coppia decide di cambiare casa, accendendo un mutuo di 200mila euro per l'acquisto di una villetta bifamiliare. "Io ebbi la prima promozione, e lui mi accusava che pensavo solo al lavoro, che la casa era uno schifo, che non lo supportavo abbastanza. - continua il racconto della donna - Urlava, mi diceva: 'Per colpa tua sono pieno di debiti, pensi solo al lavoro'. Io rimanevo lì e non sapevo cosa fare". La coppia decide di separarsi ma restando sotto lo stesso per un questione economica. Lei non nega di aver avuto paura: "Sono andata da un legale e al centro antiviolenza". Nonostante la separazione, in casa le tensioni aumentano: "Minacciava di ammazzarmi se gli avessi portato via la bambina. Mi rimproverava di non pulire la casa".

La difesa dell'ex marito

Al culmine di un litigio in cui l'uomo avvrebbe minacciato di uccidere la ex moglie se non le avesse più fatto vedere la bambina, la donna è andata via di casa. Lui respinge le accuse: "Non ho mai detto che l'avrei uccisa". Poi l'affondo alla ex: "La signora ha sempre avuto un problema psicologico molto grave, un disturbo ossessivo compulsivo, ha litigato con tutti. E la cosa più schifosa è stata usare la bambina". L'imputato, a seguito della decisione del giudice di affidare la piccola alla madre, può vedere la figlia una volta a settimana. "Ho pagato il mutuo fino 2018, poi non ce l’ho più fatta", dice rivolgendosi al presidente del Collegio.

Invece la donna si sente sollevata: "È dall’aprile scorso che non ricevo più messaggi: mi spiace dirlo, ma sto benissimo".

Commenti