Cronaca giudiziaria

Lettere minatorie alla Abbagnato, condannata a due anni la madre di una delle ballerine

La procura ha punito il "corvo" che, in maniera anonima, nel 2016 aveva inviato due missive alla fondazione teatrale per denigrare l'operato di chi dirigeva il corpo di ballo

La ballerina Eleonora Abbagnato
La ballerina Eleonora Abbagnato

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Lettere minatorie alla Abbagnato, condannata a due anni la madre di una delle ballerine

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A tradirla è stata la scritta su un vasetto di marmellata che ha permesso di scoprire colei che, otto anni fa, in maniera anonima, ha vessato con lettere offensive Eleonora Abbagnato. É giunta a conclusione la vicenda che vede protagonista, da ormai quasi otto anni, la ballerina e direttrice del corpo di ballo del Teatro dell'Opera di Roma. La procura della Repubblica ha condannato il "corvo" che nel 2016, aveva inviato due lettere alla fondazione teatrale per denigrare l'operato di chi dirigeva il corpo di ballo. A quanto pare, la calligrafia utilizzata per scrivere le missive offensive e minacciose sarebbe equiparabile a quella usata da Giulia Di Stasi, 67 anni, madre di una delle ballerine che allora frequentavano il teatro, per contrassegnare le etichette dellla marmellata che donava agli insegnanti del corpo di ballo.

La condanna

Secondo il giudice non ci sarebbe alcun dubbio: a scrivere le lettere contro Eleonora Abbagnato, moglie dell'ex calciatore Federico Balzaretti, sarebbe stata proprio la Di Stasi. La 67enne ha ricevuto la condanna a due anni di reclusione con l'accusa di diffamazione. Davanti ai giudici, come riporta il Corriere della Sera, l'imputata si è dichiarata innocente. "Oltretutto - ha detto in aula - mia figlia ha avuto solo problemi da questa storia". Per gli inquirenti Giulia Di Stasi avrebbe agito in questo modo perché riteneva che nel corpo di ballo ci fossero discriminazioni e favoritismi a discapito della figlia.

La vicenda

Dal tono delle lettere inviate alla fondazione con la firma falsa di due ballerini che non c'entravano nulla, si evince proprio questo. Facendo riferimento alla direttrice Abbagnato, nella prima missiva c'era scritto: "Questa maledetta donna usa l’ente a suo uso e consumo. Mandala via subito! Insieme al suo socio d’affari, Daniele Cipriani (un importante imprenditore del settore della danza, ndr), hanno progettato di far morire la struttura del corpo di ballo e creare una compagnia loro. Affidano ruoli a una cerchia ristretta di ballerini e gli altri li tengono seduti dietro le quinte ad assistere".

La denuncia

Di fronte a questa lettera anonima, chiaramente, la fondazione non intervenne e quindi il "corvo" decise di inviare una seconda missiva, con toni ancora più accesi e accusatori. A quel punto, Eleonora Abbagnato, assistita dai suoi legali, decise di presentare denuncia contro ignoti in procura. Dopo anni di indagini a scoprire il dettaglio che ha convinto i giudici a condannare Giulia Di Stasi è stato l'imprenditore Cipriani che si è accorto come la grafia della prima lettera sia uguale a quella utilizzata sulle etichette della marmellata. In più, lo stesso Cipriani, ha raccontato come la donna era solita lamentarsi del fatto che la figlia non era considerata dalla Abbagnato al pari delle altre.

La giovane Di Stasio, però, sarebbe stata all'oscuro di tutto e non avrebbe avallato il comportamento della madre.

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