Cronaca giudiziaria

Tegola sui Soumahoro: rinviati a giudizio suocera, moglie e cognati

Il giudice ha deciso di mandare a processo la moglie del deputato, Liliane Murekatete, la suocera, Marie Therese Mukamitsindo e i cognati. Da Soumahoro, per ora, nessun commento

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La moglie e la suocera del deputato Aboubakar Soumahoro sono state rinviate a giudizio dal gup del Tribunale di Latina, Giulia Paolini. Sono state accolte tutte le richieste del pm Giuseppe Miliano. Anche per i cognati dell'onorevole si profila un processo all'orizzonte e solo una posizione è stata stralciata, quella di Richard Mutangana, un altro cognato di Soumahoro, tornato in Ruanda e irreperibile per i giudici italiani. Per tutti, le accuse sono di frode nelle pubbliche forniture, bancarotta fraudolenta patrimoniale (per distrazione) e autoriciclaggio. L'indagine in cui sono coinvolti i parenti dell'onorevole è quella sui fondi delle cooperative coinvolte nella gestione di richiedenti asilo e di minori non accompagnati.

Il giudice per le udienze preliminari ha fissato anche la data del processo al prossimo 11 giugno presso il tribunale di Latina. In base alle accuse che sono state mosse agli imputati, le cooperative gestite dalla moglie, Liliane Murekatete, e dalla suocera dell'onorevole, Marie Therese Mukamitsindo, avrebbero percepito ingenti fondi pubblici da diversi Enti (Prefettura, Regione, Enti locali etc.) destinati a specifici progetti o piani di assistenza riguardanti i richiedenti asilo e i minori non accompagnati, senza che però siano stati forniti servizi adeguati.

I fondi, stando all'accusa, sarebbero stati usati per acquistare beni di lusso, ma anche consumare cene in ristoranti d'alto livello e investire all'estero. Nei mesi scorsi, il gip di Latina ha disposto anche un sequestro per quasi 2 milioni di euro. Nel corso dell'indagine, la Guardia di finanza di Latina ha ricostruito tutte le disposizioni bancarie "prive di congrua giustificazione causale e comunque per finalità diverse da quelle alle quali era preposta la Karibu". Ed è proprio tramite questa indagine che è emersa la fattispecie delle carte di credito delle cooperative che sarebbero state usate anche per "finalità private (ristoranti, gioiellerie, centri estetici, abbigliamento, negozi di cosmetica)".

L'avvocato Lorenzo Borrè, legale difensore sia della suocera che della moglie dell'onorevole, raggiunto dall'agenzia Adnkronos al termine dell'udienza ha dichiarato che "rimangono sul tavolo tutte le eccezioni che state fatte e che a nostro avviso non sono superate e che dovranno essere oggetto di accertamento in dibattimento, in primo luogo sulla effettiva sussistenza del ruolo di amministratrice della signora Murekatete e inoltre sulla effettiva sussistenza dei reati che le sono contestati".

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