Cronaca giudiziaria

"Razzista, fascista, pezzo di m...". Ora Meloni querela il frontman dei Placebo

Dopo gli insulti proferiti lo scorso 11 luglio durante un concerto, il presidente del Consiglio trascina in tribunale Brian Molko. Un paio di settimane fa la procura di Torino aveva aperto un fascicolo per vilipendio

"Razzista, fascista, pezzo di m...". Ora Meloni querela il frontman dei Placebo

Ascolta ora: ""Razzista, fascista, pezzo di m...". Ora Meloni querela il frontman dei Placebo"

"Razzista, fascista, pezzo di m...". Ora Meloni querela il frontman dei Placebo

00:00 / 00:00
100 %

Giorgia Meloni ha deciso di sporgere querela per diffamazione nei confronti di Brian Molko, il frontman dei Placebo. Il cantante e chitarrista della band britannica aveva definito la premier "fascista, razzista e nazista" durante il concerto dello scorso 11 luglio al Sonik Park di Stupinigi. La leader di Fratelli d'Italia ha optato quindi per agire per vie legali. Un'azione giudiziaria che fa seguito all'apertura da parte della procura di Torino - con l'aggiunto Emilio Gatti - di un fascicolo per vilipendio delle istituzioni in merito proprio agli insulti pronunciati contro la Meloni da da parte di Molko. Quell'indagine, datata 17 luglio, era partita da un rapporto trasmesso a Palazzo di giustizia dai carabinieri. Nella sua invettiva dal palco l'artista aveva anche lanciato diversi appelli, tra cui uno per chiedere più tutele per i diritti delle persone non binarie e transgender. Quindi l'attacco alla premier, a cui aveva aggiunto anche un'offesa esplicita: "Pezzo di m...".

Le escandescenze del frontman dei Placebo

I Placebo si erano esibiti a Nichelino (Torino) poco meno di un mese fa. Molko, 41 anni, aveva insultato il presidente del consiglio dal palco in maniera del tutto ingiustificata. Il temperamento del musicista è ben noto a chi segue la band, ma l'invettiva contro un capo del governo italiano non aveva alcun tipo di precedente da parte sua. E così i carabinieri segnalarono il caso al pubblico ministero del "turno urgenze" della procura del capoluogo piemontese. I cinquemila spettatori presenti sotto il palco dello Stupinigi Sonic Park dovettero così assistere alle invettive pronunciate dallo storico leader della band. Nel giro di pochissimi secondi fu tutto un'esplosione di offese personali piuttosto pesanti, espresse tutte in lingua italiana. Il gesto dell'ombrello e il dito medio avevano poi ulteriormente condito la sua esibizione volgare e violenta contro la premier.

In quella circostanza furono pochi i video che ripresero quel momento e non perché - come qualcuno aveva ipotizzato - ci fosse stata una qualche forma censura. Ma soltanto per il fatto che i Placebo, come conosce molto bene chi li segue, non amano particolarmente che i cellulari rimangano accesi durante i loro concerti: ed è per questo che invitano sempre gli spettatori a spegnerli e a godersi lo spettacolo senza effettuare fotografie o registrazioni. Ma qualcuno "disobbedì" ai propri idoli e le immagini cominciarono a rimbalzare sui social.

La querela della Meloni dopo l'inchiesta per vilipendio

Scarsa eleganza e mancanza di rispetto avevano caratterizzato l'esibizione a Nichelino, ma ai più non stupì quel loro comportamento visto che, quando i Placebo furono invitati sul palco del teatro Ariston nel lontano 2001 - forse per rompere il protocollo o per creare disagio nel pubblico compito di Sanremo - Brian Molko spaccò una chitarra ricevendo in cambio una sonora protesta. Quella volta la sua reazione fu più elegante, si chinò e se ne andò, mentre nello scorso luglio aveva travalicato il limite della volgarità.

Da oggi, dunque, non solo è indagato d'ufficio per vilipendio, ma è stato anche querelato direttamente dal presidente del Consiglio.

Commenti