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Renzi smaschera i pm: "Così hanno violato la legge"

Il ricorso alla Corte Costituzionale di Matteo Renzi è stato accolto: la procura non poteva acquisire la corrispondenza del parlamentare senza autorizzazione del Senato

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Tramite i suoi profili social, Matteo Renzi ha reso noto che la Corte Costituzionale ha deciso sul conflitto di attribuzione tra Senato e Procura di Firenze sulla vicenda Open, il processo che vede l'ex premier imputato per finanziamento illecito ai partiti in concorso con l'ex presidente della Fondazione Open, Alberto Bianchi. La Corte ha stabilito che la Procura non poteva acquisire, senza preventiva autorizzazione del Senato, messaggi di posta elettronica e Whatsapp del parlamentare, o a lui diretti, conservati in dispositivi elettronici appartenenti a terzi, oggetto di provvedimenti di sequestro nell'ambito di un procedimento penale a carico dello stesso parlamentare e di terzi

"Avevo fortemente voluto che la vicenda finisse in Corte, non per il processo ma per un punto di principio e di diritto. Io sostenevo che il comportamento dei pm di Firenze violasse la Legge (e la Cassazione ci ha dato ragione 5 volte) e che violasse anche la nostra Costituzione", ha scritto i leader di Italia viva con soddisfazione dopo la decisione della Corte.

Come da lui stesso dichiarato, si trattava più di una questione di puntiglio che di reale necessità in merito al processo in corso e la vittoria in Corte Costituzionale è per lui un traguardo importantissimo. "Ha accolto il ricorso, dandoci ragione e annullato alcuni provvedimenti dei pm di Firenze. Oggi è solo il giorno del trionfo del diritto", ha proseguito l'ex premier, che fin da quando è finito a processo non si è mai tirato indietro, presentandosi a ogni udienza a Firenze. "Verrà il giorno in cui la classe dirigente del Paese rifletterà serenamente su questa indagine assurda, nata contro di me, contro le persone che mi stanno vicine e soprattutto contro i fatti. Verrà quel giorno ma non è questo", ha aggiunto l'ex premier senza nascondere l'amarezza per un procedimento che lui ha sempre considerato ingiusto e che ha coinvolto in passato anche la sua famiglia.

Non nasconde nemmeno la sua rabbia nei confronti dei pm Turco e Nastasi, contro i quali si è spesso espresso da quando risulta imputato nel processo Open: "Le indagini dei PM Turco e Nastasi sono state bocciate per cinque volte dalla Corte di Cassazione e adesso anche dalla Corte Costituzionale. Dalla parte della legalità ci stiamo noi, non questi due pm. Grazie ai senatori che hanno votato in Aula per sollevare il conflitto sfidando l'opinione pubblica in nome del diritto".

Raffaella Paita, a proposito della vicenda Open, con una nota tramite i social dichiara: "Una buona notizia per chi crede nella giustizia e nelle istituzioni. Niente potrà risarcire le pagine di fango contro Matteo Renzi.

Ma il tempo è galantuomo".

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